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Repubblica-ROma-.Scuola e università, via alle proteste

Pagina XI - Roma Alle 9,30 sfilano in Centro gli studenti delle superiori. E alla Sapienza sono sette le facoltà occupate, inclusa Lettere Scuola e università, via alle proteste ...

12/10/2005
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la Repubblica

Pagina XI - Roma
Alle 9,30 sfilano in Centro gli studenti delle superiori. E alla Sapienza sono sette le facoltà occupate, inclusa Lettere
Scuola e università, via alle proteste
E i docenti di RomaTre fanno lezione sotto Montecitorio
Il corteo è da piazza Esedra. Solidarietà dalla Provincia
BEATRICE RUTILONI


Dall'università alla scuola, la protesta si allarga. Con lo stesso obiettivo: contrastare le riforme della Moratti.
Questa mattina scenderanno in piazza gli studenti delle scuole superiori con un corteo che partirà alle 9,30 da piazza Esedra, in contemporanea con altre 30 città, i manifestanti torneranno a chiedere l'abrogazione della riforma del secondo ciclo della scuola, a pochi giorni dal termine ultimo fissato per la sua approvazione, lunedì prossimo. Gli organizzatori del corteo, Unione degli Studenti, Studenti di Sinistra e Rete Studenti Sempre Ribelli si sono dati appuntamento ieri mattina a Palazzo Valentini dove sono stati ricevuti dall'assessore alla scuola, Daniela Monteforte e dalla vice presidente della Provincia di Roma, Rosa Rinaldi, che si sono rese disponibili al confronto con gli studenti e hanno dichiarato di condividere appieno le motivazioni della protesta: "E' necessario che arrivi un segnale forte alle orecchie del Ministro - ha detto Monteforte - ne va del futuro di questi ragazzi, del loro livello di preparazione e dell'offerta formativa delle scuole, messi in serio pericolo da una riforma classista che porterà una forte dispersione scolastica". Una "ricetta" che, dicono gli studenti, prevede l'abbassamento dell'obbligo scolastico e la scelta tra formazione, apprendistato e scuola dopo la terza media". Provincia e studenti d'accordo, dunque, sulla cancellazione della legge 53: "E' la prima volta che assistiamo a una tale coralità di opposizioni - ha osservato Rinaldi - guarderemo dunque con attenzione alla mobilitazione lanciata dagli studenti delle superiori", che, dal canto loro, chiedono di riportare l'obbligo scolastico a 18 anni, più democrazia e partecipazione nelle scuole e una legge quadro che istituisca un fondo regionale per le borse di studio.
Ma anche il mondo universitario è tornato a farsi sentire: la settimana di mobilitazione era cominciata lunedì con varie manifestazioni all'interno dei tre atenei romani, mentre ieri mattina la protesta è stata trasferita fuori dalle aule. Centinaia tra studenti e docenti di Roma Tre, hanno fatto lezione sulla piazza di Montecitorio: i ragazzi seduti in terra e i prof con il megafono: "Siamo qui - ha detto Giancarlo Monina, ricercatore di Lettere che ha tenuto una lezione di Storia Contemporanea - per portare fuori dalle università la protesta contro il ddl Moratti: l'aspetto più preoccupante è la pochezza di questo disegno di legge che mina l'autonomia del sistema universitario". "Il ddl è un po' come un giallo - dice un altro ricercatore della terza università, Domenico Fiormonte - per scoprire il colpevole basta leggere l'ultima pagina: in questo caso il comma che conclude il solo articolo di cui è formato il decreto e che in sostanza delega alle università il compito di reperire le risorse finanziarie per tutti i cambiamenti previsti. Una presa in giro". Nel pomeriggio la mobilitazione è proseguita alla Sapienza, dove c'è stato un sit in con centinaia tra studenti, docenti e presidi di facoltà: anche il Senato Accademico si è interrotto in segno di adesione "constatata l'ampia convergenza di valutazioni critiche sul ddl Moratti e sul metodo scelto per la sua discussione parlamentare" e il rettore Renato Guarini si è impegnato a indire una Conferenza di Ateneo entro la settimana dove possano esprimersi tutte le voci. E intanto, sono state occupate le facoltà di Lettere e Filosofia, Sociologia, Scienze della Comunicazione e il dipartimento di Chimica, dopo che lunedì erano già state bloccate le attività di Fisica, Scienze Umanistiche e Matematica.


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