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Repubblica-Roma-Scuola, 60 istituti in lista nera Costano troppo, sono a rischio

IL CASO Per il ministero sono da ridimensionare. "Non siamo fabbriche" Scuola, 60 istituti in lista nera "Costano troppo, sono a rischio" Chi non ha un rapporto docenti-st...

29/08/2002
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la Repubblica

IL CASO
Per il ministero sono da ridimensionare. "Non siamo fabbriche"
Scuola, 60 istituti in lista nera "Costano troppo, sono a rischio"
Chi non ha un rapporto docenti-studenti superiore a 9,5 non soddisfa i parametri voluti dal governo
BEATRICE RUTILONI


SONO 58 gli istituti romani iscritti nella lista nera della Moratti, che potrebbero essere oggetto di dimensionamento da qui a un anno. L'elenco parla chiaro: chi non ha un rapporto docenti-studenti superiore a 9,5 non soddisfa i parametri voluti dal ministero per una scuola produttiva. Va da sé che le scuole a più alto rischio, che cioè potrebbero essere oggetto di accorpamenti o dimensionamenti, sono quelle dove l'insegnamento costa più caro. Di quasi 60 scuole ben 16 sono istituti tecnici industriali, 7 scuole d'arte, tra istituti e licei artistici, e i restanti sono tutti istituti professionali e tecnici di vario indirizzo, circoli didattici e istituti comprensivi. Di licei scientifici ce n'è uno solo, la sezione del Convitto Nazionale. I classici sono intoccabili. Perché? "Facile dirlo - spiega Giovanni Colizza, preside del liceo artistico di via Lungro - i nostri alunni costano cari perché hanno bisogno di un numero maggiore di docenti. Il motivo è semplice: la nostra è una materia pratica e teorica. Non siamo un liceo classico con un professore per classe, a noi ne servono magari tre per un'ora di lezione, ma proprio per questo non possiamo subire dei tagli come se si trattasse di una fabbrica".
Tagli che prenderanno la prima forma a partire dalla prossima finanziaria, ma che molte volte si basano su dati relativi allo scorso anno. "Ma per quello che sta per iniziare abbiamo un aumento delle iscrizioni - continua Colizza - arriveremo a 1155 alunni. Stavo appunto per chiedere la divisione delle due sedi, il quinto e il secondo artistico sono infatti stati accorpati due anni fa, e invece ci vogliono ulteriormente dimensionare: assurdo".
"Non è accorpando due istituzioni complesse che si ottiene la soluzione dei problemi - commenta Giorgio Stazi, preside del tecnico agrario Garibaldi sull'Ardeatina - nella nostra scuola si insegnano materie specialistiche, è ovvio che non possono essere esaminate con lo stesso metro delle altre, altrimenti si rischia una cultura a senso unico. Ma forse è questo che vogliono". Della stessa opinione è Giuseppe Francesco Gennaro, preside dell'Itis Hertz, con indirizzo meccanica elettricità e telecomunicazioni. "È impossibile dimensionare un istituto con indirizzo specialistico: le scuole non sono fabbriche, non trattiamo con materiali ma con persone in via di formazione. Se dobbiamo risparmiare possiamo farlo in altri modi". E Carlo Maurizio Benveduti dell'istituto d'arte di via Argoli: "È vero costiamo di più. Questo anche perché forniamo il materiale didattico, abbiamo bisogno di assistenza tecnica, gestiamo dei laboratori e il più delle volte abbiamo a che fare con ragazzi difficili, che vanno tutelati, non cancellati". In testa alle graduatorie c'è l'istituto per sordomuti di via Nomentana, ma anche il Galilei, l'Itis di via Conteverde che era stato scelto come scuola "polo" dal ministero, e ancora il tecnico industriale Bernini, il Meucci, il Ferraris, il Giovanni XXIII il Faraday, il Fermi, il Pacinotti, il Pascal, il III Istituto d'arte di piazza dei Decemviri, il professionale Duca d'Aosta. Poi quelli sulla soglia dell'esclusione, come il tecnico aeronautico De Pinedo, che con 9,48 è al margine della lista.


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