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Repubblica-Roma, retata anti-spinello di liceali una dozzina di case perquisite all'alba

Un'inedita operazione di polizia per un giro di "canne" durante la ricreazione al liceo Virgilio Roma, retata anti-spinello di liceali una dozzina di case perquisite all'alba Agenti t...

01/10/2003
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la Repubblica

Un'inedita operazione di polizia per un giro di "canne" durante la ricreazione al liceo Virgilio
Roma, retata anti-spinello di liceali una dozzina di case perquisite all'alba
Agenti travestiti da bidelli per stroncare il traffico
Lo sconcerto di una prof: "È incredibile, i nostri ragazzi non sono mica delinquenti"
Il risultato: uno studente di 17 anni denunciato, altri cinque segnalati in Prefettura
MASSIMO LUGLI


ROMA - Pedinamenti, appostamenti, fotografie scattate di nascosto con diaboliche microcamere grandi come una scatola di fiammiferi, perquisizioni all'alba con i cani antidroga. Tutto come per una grande indagine su una gang di narcotrafficanti. Ma l'obiettivo, stavolta, era molto più modesto: una dozzina di ragazzi del "Virgilio" di via Giulia (uno dei licei classici più noti e ben frequentati della capitale) sospettati di trascorrere una ricreazione alternativa fumando qualche "canna" nel cortile della scuola. Gli agenti del vicequestore Antonio Del Greco hanno anticipato la linea dura del governo che cancella la distinzione tra uno spinello e un buco di eroina e sono andati a colpo sicuro: un diciassettenne che aveva in casa sei o sette grammi di "fumo" diviso in stecchette e un coltello con la lama annerita dal fumo (l'acciaio si scalda per tagliare un blocchetto d'hashish) è stato denunciato per spaccio di stupefacenti. Altri cinque coetanei, tra cui un ex studente dell'istituto, sono stati più fortunati: tra i libri o nel casco del motorino nascondevano soltanto qualche pezzetto di hashish e se la sono cavata con la segnalazione in prefettura come consumatori di droga. Sconcerto tra gli studenti e qualche professore del "Virgilio" mentre la preside, Rosanna Bornoroni (che ha autorizzato l'ingresso, nel portone di via Giulia, degli agenti "infiltrati") è irreperibile.
"La politica non c'entra. Siamo intervenuti dopo un esposto di un gruppo di genitori alla procura minorile - spiegano gli investigatori -. Erano preoccupati per i figli e c'era il rischio che al liceo arrivasse anche qualche pasticca di ecstasy. Abbiamo cominciato a indagare già verso la fine dell'anno scolastico e l'indagine è ripresa alla riapertura della scuola". L'inchiesta è stata coordinata, fin dall'inizio, dal pm del tribunale minorile Stefano Racheli.
La polizia si era presentata al liceo di via Giulia (frequentato, tradizionalmente, da figli di professionisti che abitano in Centro ma di composizione sociale molto varia) diverse volte in passato ma mai "in abito simulato". Agenti in divisa e pastori tedeschi avevano tutt'al più raccolto qualche pezzetto di hashish scaricato sul marciapiede in tutta fretta. Dall'inizio del nuovo anno scolastico, gli investigatori hanno cambiato tattica e cominciato a giocare duro.
"Abbiamo ottenuto dalla preside l'autorizzazione a usare alcuni locali della scuola - raccontano gli agenti del Primo distretto di via del Collegio Romano -. Una volta ci siamo camuffati da operai, in un'altra occasione da custodi". Qualche giorno fa, i nuovi bidelli sono stati addirittura avvicinati da alcuni ragazzi che hanno chiesto educatamente: "Scusate ma il bagno quando lo pulite? E' ridotto da far schifo...".
Dopo diversi giorni di appostamenti, i poliziotti hanno notato un gruppo che si riuniva regolarmente in un angolo del cortile. Uno studente (ma a volte anche alcuni ragazzi che non frequentano il liceo) si univa al capannello, distribuiva qualcosa in giro e, presto, nell'aria, si levava l'odore resinoso e inconfondibile dell'hashish. Dopo aver fotografato la scena e individuato i sospettati, gli agenti sono entrati in azione all'alba di ieri. Una dozzina di perquisizioni che hanno gettato nel panico le famiglie e provocato, spesso, lacrime e scenate. Tra i denunciati c'è anche un ex studente che aveva lasciato da tempo il liceo. Tutti i ragazzi sono di ambiente molto agiato.
Il giorno dopo, la scuola è chiusa alle undici del mattino per una disinfestazione, ma la notizia si diffonde, ugualmente, in un attimo. "Non so di cosa state parlando, lasciateci in pace" taglia corto il padre di uno dei sei studenti al telefono. Tra i ragazzi del liceo, più stupore che rabbia: "Ma se le canne a scuola se le fanno tutti... - allarga le braccia un diciassettenne dall'aria scanzonata - la polizia lo sa benissimo, tra l'altro siamo a un passo da una sede della Dia. Ogni tanto vengono qui coi cani ma è più scena che altro...". "Si, le canne girano liberamente come in tutta Italia, anche se adesso il governo adotta la linea dura - incalza una ragazza - roba pesante, però, al liceo non è mai entrata, saremmo noi a impedirlo". "La preside aveva addirittura fatto chiudere alcuni angoli del cortile con le lamiere per impedire di nascondersi con gli spinelli" aggiunge una terza voce.
Sconcertata anche Paola Grassi, 60 anni, professoressa di francese, madre di due ex studenti che oggi hanno 36 e 30 anni. "Che qualche ragazzo si facesse uno spinello lo sapevamo benissimo, a volte li vedevamo dalla sala professori e non mi sembra un dramma. La cosa incredibile, invece, è la tattica repressiva adottata: i nostri studenti non sono mica delinquenti. Chiederò che se ne parli al consiglio di istituto". Ma se la "retata" di Roma è un'operazione-apripista legata alla linea dura del governo, la caccia agli spinelli tra le pizzette della ricreazione potrebbe diventare ordinaria amministrazione.


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