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Repubblica-ROma-La scuola multietnica dei record

LA SCUOLA MULTIETNICA La scuola multietnica dei record il caso della seconda E dalla materna alle medie Alunni da cinquantasei nazioni. E gli italiani sono la minoranza ...

02/11/2005
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la Repubblica

LA SCUOLA MULTIETNICA
La scuola multietnica dei record
il caso della seconda E
dalla materna alle medie
Alunni da cinquantasei nazioni. E gli italiani sono la minoranza
La Di Donato in via Bixio all'Esquilino, 600 ragazzi e un mix di lingue
Molti bambini, da poco nel nostro Paese, non conoscono l'italiano
Per i genitori positiva esperienza: "Un vero istituto internazionale"
PAOLO G. BRERA


Metti bambini di 56 nazioni in una sola scuola, aggiungi una gran voglia di trasformare in una straordinaria risorsa quell'incredibile babele di lingue e culture che altrove verrebbe considerata un problema: benvenuto alla scuola Di Donato in via Bixio, nel cuore dell'Esquilino.
Seicento bambini tra scuole dell'infanzia, elementari e medie, i ragazzini italiani in classe sono l'assoluta minoranza. Molti bambini stranieri sono in Italia da poco e sanno a malapena i rudimenti della nostra lingua, così i professori combattono con una difficoltà in più rispetto a quelle che ogni loro collega affronta quotidianamente. Eppure, i genitori si godono il privilegio di sapere che i loro figli vivono in un mondo veramente globale, e nessuno di loro sarebbe disposto a rinunciarvi.
"Io ho iscritto volontariamente qui mio figlio - dice Francesca Valenza - perché questa è una vera e propria scuola internazionale. Il concetto di extracomunitario deve essere superato, e per noi che siamo qui certamente lo è. Chi la pensa diversamente sceglie altre scuole, ma si perde qualcosa di fondamentale. Oltre ai normali programmi di studio, qui ci sono un'infinità di attività pomeridiane organizzate dall'associazione dei genitori: corsi di spagnolo, cinese, tedesco e arabo, per esempio; o gli stage di danze popolari internazionali, per l'ultimo dei quali abbiamo ospitato una delegazione di bambini e genitori belgi".
Studiano i bambini, ma anche i genitori e gli insegnanti. Al corso di danze popolari internazionali si insegnano le danze di tutti i paesi del mondo, dei quali si tenta di spiegare la cultura. Molti di questi paesi, anche i più lontani da noi, sono rappresentati da qualche bimbo iscritto a scuola. E poi ci sono lezioni di musica etnica, grandi feste e balli organizzati nel cortile della scuola (l'ultimo dei quali con una rassegna di danze cinesi), senza tralasciare le attività tradizionali extra scolastiche come quelle legate allo sport, dal basket alla pallavolo.
La scuola è in convenzione con il municipio, ci sono attività previste per persone da 3 a 90 anni e tutti possono partecipare, non solo le famiglie degli iscritti. Alcuni corsi sono gratuiti, altri prevedono un minimo rimborso spese: si va da 5 a 20 euro. I corsi di lingua, per esempio, costano 5 euro al mese. Gli insegnanti sono quasi sempre parenti di bambini con esperienze di insegnamento: quello di tedesco, per esempio, lo impartisce una nonna che ha insegnato per anni al Goethe Institut. Quest'anno solo il corso di arabo deve ancora iniziare: si aspetta la fine del Ramadan. Altri genitori, ingegneri, insegnano rudimenti di informatica con due computer installati nell'aula della "Associazione genitori scuola Di Donato".
Sul piano formativo, il problema della lingua viene affrontato con un corso di italiano parallelo alle lezioni, nel quale tutti i ragazzi della scuola si ritrovano in classi formate sulla base di tre livelli di conoscenza della nostra lingua, indipendentemente dall'età e dalla classe effettiva. "Per non penalizzare gli italiani - dice Carmen Ricciuti, docente di Matematica e Scienze - usiamo ritmi diversi, accelerando per chi conosce la lingua. E se all'inizio si perde qualcosa su quel fronte la convivenza fa guadagnare in altri aspetti". La ricetta funziona: "Abbiamo i dati relativi al loro proseguimento degli studi alle superiori - dice la preside, Alba Zuccarello - e non c'è dispersione scolastica: i nostri alunni alle superiori non vengono bocciati, evidentemente qualcosa di positivo c'è".
"Capite adesso cosa intendo? Solo qui - dice ancora Francesca Valenza - hai tutte queste possibilità, le occasioni straordinarie di una scuola superiore alla media, con un'offerta di servizi che va ben al di là di quella comune. Non credo che in Italia esista un'altra scuola come la nostra. Qualcuno pensa che i nostri figli italiani possano essere penalizzati da un insegnamento rallentato per tenere il passo di chi non conosce la lingua, e immagina che noi genitori protestiamo. Ma sbaglia davvero: noi siamo felicissimi".
E la magia di questa scuola contagia i docenti: "Quasi sempre - dice la preside - hanno fatto esplicita richiesta di venire a insegnare qui. I pochi nuovi docenti che non conoscevano la nostra scuola all'inizio sono rimasti frastornati, poi hanno capito che anche per loro, come per i bambini, è un valore aggiunto. D'altronde anche io l'ho scelta per questa ragione".
Carmen Ricciuti, insegnante di matematica alla II E
"Insegnare è più faticoso ma è bello riuscire a capirci"
l'intervista


Carmen Ricciuti insegna matematica e scienze in II E, una classe con 11 nazionalità su 25 bambini: "I più rappresentati sono filippini e cinesi, gli italiani sono tre".
Professoressa, ma come fate?
"Soprattutto nella mia materia, in cui occorre un linguaggio tecnico, insegnare è molto faticoso. Ma è anche bellissimo, e tutto diventa più semplice quando iniziamo a capirci. Cinesi, ucraini e moldavi, per esempio, hanno il culto della scuola: appena imparano l'italiano diventano bravissimi".
Avete ragazzi di culture molto diverse tra loro...
"Sì, l'anno scorso avevamo anche un bambino del Burkina Faso, bellissimo e altissimo: un vero tuareg".
Con il velo e il Ramadan come vi regolate?
"Lo porta solo una ragazzina, più per bellezza che per dogma: ne ha uno diverso ogni vestito che indossa. Nessuna difficoltà anche col Ramadan: chi lo fa non viene nemmeno a mensa".
E con il crocefisso?
"Non ci sono mai stati problemi... francamente non ho neppure notato se nelle classi ci sia".
I ragazzi di paesi in guerra tra loro come si comportano?
"Non ci è capitato: palestinesi e israeliani, per esempio, non ci sono".
E l'amore? Anche quello è senza frontiere?
"Sì, è meraviglioso, si fidanzano tra tutte le etnie, fidanzamenti che durano una settimana come accade a quest'età: poi si lasciano, vorrebbero suicidarsi e... dopo un'ora sono già fidanzati con qualcun altro".
(paolo g. brera)


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