Repubblica-Roma- I ricercatori della Sapienza oggi occupano il Rettorato
L'UNIVERSITÀ Contro la riforma Moratti I ricercatori della Sapienza oggi occupano il Rettorato I docenti "Se passa la legge l'Italia sarà il fanalino di coda per la r...
L'UNIVERSITÀ
Contro la riforma Moratti
I ricercatori della Sapienza oggi occupano il Rettorato
I docenti "Se passa la legge l'Italia sarà il fanalino di coda per la ricerca"
ANNA MARIA LIGUORI
il rettorato della Sapienza stamattina sarà occupato simbolicamente da docenti e ricercatori, professori e dottori per la prima protesta dall'alto contro la Moratti: insieme a loro ci saranno gli studenti dell'Unione degli Universitari e il personale tecnico-amministrativo per dire no alla ridefinizione dello statuto giuridico dei docenti universitari. Nell'aula magna del rettorato si terrà poi un assemblea ed un dibattito. E alle 12 la parola passerà al Coordinamento Nazionale Ricercatori, che per la prima volta si incontrerà nell'Aula di Etnologia della Facoltà di Lettere per affrontare la spinosa questione. Il coordinamento stilerà un documento con cui si annunceranno le forme di lotta contro la riforma. "Non abbiano più uno status. Noi ricercatori sia considerati una categoria ad esaurimento", spiega Marco Merafina, ricercatore del Dipartimento di Fisica, membro del comitato che ha organizzato la mobilitazione. "Intendiamo seguire a ruota, se le cose non cambieranno, l'ateneo di Bari in cui è già stato deciso il blocco dei corsi e degli esami". Infatti una delle proteste che il Coordinamento sta studiando è "lo sciopero della didattica: ovvero non solo il blocco delle lezioni, che attueremo anche oggi, ma anche quello degli esami. E speriamo ci seguano in tanti. Vogliamo arrivare, se non saremo ascoltati prima, al blocco delle Università visto che i ricercatori tengono il 45 per cento dei corsi oltre che molte sessioni di esami".
Anche gli ordinari della Sapienza hanno la stessa linea. Come Alessandro Pancanesi, ordinario presso il Dipartimento d'Informatica uno dei "cervelli" fuggiti all'estero e da poco rientrati nell'ateneo romano: "Soldi agli atenei privati, ricercatori sempre più precari, così l'Italia si allontana maggiormente dall'Europa e dagli standard Usa per quanto riguarda la ricerca. Per questo il mio Dipartimento ha approvato un documento, che vuole essere un documento di base per l'associazione dei professori italiani di informatica, in modo che tutti i dipartimenti d'informatica aderiscano a questa lotta". Nel documento si legge che "l'università invece di essere considerata come un'importante fattore di sviluppo e di prosperità economica di una società avanzata, viene vista solo come un problema di costi da contenere in questo modo sminuendone il ruolo ed avvilendo le figure che in essa lavorano. Il criterio ispiratore del disegno di legge sembra essere la volontà di non investire sull'università, proponendo una forma teoricamente a costo zero ma senza la necessaria copertura finanziaria viene trasformata in un luogo precario finalizzato principalmente all'erogazione di corsi, perdendo il suo ruolo fondamentale di luogo di cultura preposta alla creazione di cultura, compresa l'innovazione scientifica e tecnologica? Per questo aderiamo alle forma di lotta stabilite".