Repubblica: Ricercatori e studenti in rivolta "Per l´Università non c´è un soldo"
Sit in a piazza Montecitorio contro la Gelmini
CORRADO ZUNINO
ROMA - La piazza, con i suoi caschi gialli per proteggersi dalle macerie della scuola e le tende canadesi simbolo delle occupazioni alzate al cielo, accoglie l´ultima notizia che è mezza piena. La riunione mattutina della commissione Bilancio della Camera conferma: non c´è copertura finanziaria per la riforma Gelmini. Tutto rinviato, di università da rifare si riparlerà a fine anno. "Dimissioni, dimissioni", sale il ritmo in piazza di Montecitorio, l´ultimo luogo dell´infinita protesta della scuola italiana. Dimissioni richieste per il ministro Mariastella Gelmini, che nel "ddl 1905" per 27 volte ha scritto che «la riforma universitaria sarà a costo zero per il pubblico». Poi, però, ha cercato di fermare la rivolta dei ricercatori (da un mese, di fatto, bloccano gli atenei d´Italia) attraverso un emendamento che costerà un miliardo e sette per i prossimi sei anni offrendo novemila assunzioni. Alla fine la Gelmini si è arresa alla volontà del ministro del Tesoro Giulio Tremonti: per l´università non ci sono soldi. Si può solo tagliare, e il 2011, infatti, andrà a bilancio con un saldo di -1,35 miliardi. La discussione della legge viene rimandata alla fine della sessione di bilancio della manovra finanziaria: difficile che la "riforma" possa passare entro il 2010.
Ci sono tutte le sigle dell´università nella manifestazione davanti al Parlamento, «la festa del rinvio della controriforma». Ragazzi saliti da Napoli, imbarcati a Cagliari. Ci sono sindacati Cobas e confederali, i ricercatori diventati categoria centrale, loro sono scesi da Milano e Pavia. E l´Italia dei Valori, singoli pd come Giuseppe Giulietti. La cultura del "flash mob", la mobilitazione rapida, il blitz non annunciato, a mezzogiorno porta i tremila di Montecitorio verso la sede della Conferenza dei rettori, in piazza Rondanini. E lì volano uova contro il palazzo. Poi il corteo inizia un viaggio per il centro storico della capitale, casuale, non autorizzato, caotico: «Riprendiamo il nostro futuro».
Nel resto del paese altri cortei, nuovi blitz. Novene laiche con il refrain "Blocchiamo il ddl" e laicissime "Ave Gelmini". Davanti all´ingresso dell´università di Bari ricercatori bruciano i "curricula", il passaporto professionale. All´ospedale Careggi di Firenze si inaugurano lezioni di medicina all´aperto. A fine giornata gli atenei da segnare con la "x" dell´occupazione saranno sei: tre facoltà (a Roma, Torino e Trieste) e tre rettorati (due a Palermo, uno a Pisa).
Per questa mattina i Cobas hanno proclamato lo sciopero generale dei dipendenti della scuola: prevede dodici manifestazioni regionali. Il mondo della conoscenza annuncia, poi, una presenza diffusa nei due cortei sui precari che la Fiom sta organizzando per sabato a Roma. E Giulio Tremonti annuncia: «Per l´università faremo come per gli ammortizzatori sociali, metteremo il massimo dei soldi possibili. Nel decreto di fine anno, certamente, ci sarà lo stanziamento».