Repubblica: Reintrodurre le divise a scuola un simbolo di democrazia
Naturalmente la divisa scolastica non può risolvere tutto questo, ma può rappresentare il segno di un´inversione di tendenza, di cui hanno soprattutto bisogno i bambini per crescere in modo più equilibrato
Massimo Ammaniti
E se venisse reintrodotta a scuola la divisa per gli alunni delle scuole elementari e medie? E´ da un po´ di tempo che questo interrogativo mi ritorna in mente, probabilmente dopo aver visto i ragazzini delle medie quando escono da scuola: ragazzi con pantaloni a meta gamba col cavallo basso che si trascinano con aria annoiata oppure ragazzine con i pantaloni abbassati sulla pancia da cui fuoriescono le mutande. E poi ho visto le conseguenze del lassismo educativo anche all´università, ad esempio studenti che si presentano all´esame con i pantaloncini da bagno e una maglietta.
So benissimo che la mia proposta non è popolare. Immagino che anche il Ministro della Pubblica Istruzione mi spiegherebbe che il Ministero non può raccomandare la divisa con una circolare, c´è l´autonomia scolastica tocca alla Direzione e al Consiglio di Istituto.
Ma perché vorrei rivedere i bambini a scuola in divisa? Naturalmente, è meglio chiarirlo subito, non propongo che si torni al grembiule blu e al fiocco per i maschi e al grembiule bianco per le bambine, penso a divise più aggiornate come un pantalone o una gonna con una camicia, dello stesso colore.
Sì, la divisa è democratica perché ogni bambino, che sia il figlio dell´industriale o dell´operaio, dovrebbe indossare lo stesso vestito prescritto dalla scuola. E per lo meno a scuola non si assisterebbe più alla competizione fra bambini che hanno la maglietta griffata e la speciale scarpa "silver" e i compagni che portano vestiti delle bancarelle. Non dimentichiamo il conformismo di gruppo fra bambini, se non si ha il vestito "giusto" si rischia di essere presi in giro e diventare vittime del bullismo sottile dei compagni. E forse queste facili etichette sociali potrebbero essere sostituite da scambi più in profondità, dove valgono altre qualità.
E poi pensate che sollievo per i genitori al mattino quando devono far vestire i figli per andare a scuola, non dovrebbero più lottare col figlio o la figlia che vuole mettersi le scarpe, quelle speciali, oppure la maglietta che è ancora in lavatrice. E infine anche gli insegnanti: trovarsi di fronte una scolaresca vestita allo stesso modo, che dà importanza alla scuola ed accetta le regole comuni, sicuramente li confermerebbe nel loro ruolo educativo. Ricordo di aver visto in India, anche nei paesi più sperduti, i bambini che si recavano a scuola tutti con la stessa divisa, quasi a dimostrazione del loro impegno nei confronti dello studio.
Indossare la divisa servirebbe anche a riconoscere, perlomeno agli occhi dei bambini, che vi è uno spazio sociale diverso dalla famiglia, dove vigono altre regole, dove non si può fare quello che si vuole, ma occorre fare i conti con l´organizzazione della scuola, l´autorità degli insegnanti e la presenza dei compagni e del gruppo che possono avere esigenze diverse e con cui trovare mediazioni e compromessi. Parliamo continuamente di egoismi e particolarismi tipicamente italiani che interferiscono con una responsabilità sociale, ma questa dovrebbe svilupparsi già fra i banchi per poter valere anche dopo.
C´è un altro aspetto della divisa che mi sembra importante e che ha a che fare con l´identità dei bambini. Naturalmente esiste l´identità che si costruisce fin dai primi anni in famiglia, ma poi intervengono altre identità sociali legate al gruppo e alla scuola. La divisa aiuterebbe i bambini nel processo di individuazione personale dandogli un segno di distinzione, che verrebbe a definire la loro condizione di studenti. Noi sappiamo bene quanto i bambini, ma in particolare gli adolescentiabbiano bisogno dei riti di passaggio, di cui ha parlato l´antropologo Van Gennep. Si tratta di comportamenti definiti a livello sociale che facilitano il passaggio alle varie tappe della vita, come succedeva in passato, ad esempio, indossando prima i pantaloni corti, poi i pantaloni alla zuava nei primi anni dell´adolescenza e poi finalmente i pantaloni lunghi e lo stesso succedeva anche alle bambine. Oggi i rituali sociali si sono molto ridotti, se non addirittura dissolti e sono i ragazzi e le ragazze a crearli da soli, pensiamo soltanto al piercing, ai tatuaggi, alle varie fogge dei capelli che sanciscono l´appartenenza dei ragazzi ai gruppi di destra o di sinistra. A questo proposito reintroducendo il rituale sociale della divisa scolastica i bambini e gli adolescenti verrebbero aiutati in questo processo di transizione da parte degli adulti, sia che si tratti dei genitori che degli insegnanti. Una rotaia che rende più facile il percorso della crescita, anche perché ci si deve confrontare con le aspettative e le richieste da parte degli adulti. E a questo proposito gli adulti negli ultimi hanno spesso abdicato al loro ruolo educativo lasciando i bambini e gli adolescenti troppo soli a dover trovare la propria strada, facili prede dei messaggi televisivi, del consumismo o delle suggestioni del gruppo dei coetanei. Naturalmente la divisa scolastica non può risolvere tutto questo, ma può rappresentare il segno di un´inversione di tendenza, di cui hanno soprattutto bisogno i bambini per crescere in modo più equilibrato. Che ne dice Ministro ?