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Repubblica: Quei bambini invisibili nel limbo di Stato

C´è chi parla senza mezzi termini di disobbedienza pubblica contro il pacchetto sicurezza: lo fa un gruppo di suore e altri religiosi che si è impegnato a mettere in atto pratiche di accoglienza e di solidarietà

18/08/2009
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la Repubblica

Adriano Prosperi

Ferragosto, tempo di vacanza. Possiamo stare tranquilli, dicono le veline – non quelle di carta inventate da Mussolini ma quelle di carne e sorrisi di una televisione a più canali e a una sola voce. L´ordine viene da un premier che ha vestito l´abito severo del capo dell´"esercito del bene".
E si è fatto un lifting di pallore e austerità per la sua prossima obbligatoria reincarnazione d´autunno. Ma la tranquillità vale solo per i cittadini con le carte in regola. Degli altri non sappiamo quasi nulla. Voci fioche emergono dai siti Internet: messaggi di chi ce l´ha fatta a sposarsi in extremis prima dell´entrata in vigore della legge della cosiddetta sicurezza (mai nome fu più bugiardo); vicende clamorose e grottesche di riti nuziali annullati e trasformati in denunzie di polizia; domande inquiete sul caso delicatissimo dei neonati in regime di clandestinità.
Per merito dei "lumbard" torna d´attualità il caso dei manzoniani Renzo e Lucia, come ironizza un editoriale di Famiglia Cristiana. Con la scusa di impedire i matrimoni come espediente per acquisire diritto di cittadinanza si bloccano tutti i matrimoni tra immigrati o tra italiani e immigrati. Sono annullate e impedite tante storie d´amore nate dai rapporti di convivenza e di aiuto che hanno aperto a nuove presenze e a nuovi protagonisti la vita affettiva nei più remoti paesi d´Italia. Oggi una legge assurda minaccia i simboli italiani più popolari nel mondo: il balcone di Giulietta a Verona non ricorderà più la tragedia di Shakespeare ma sarà il luogo simbolico per eccellenza della folle corsa di una Lega in cerca di clamore e deliberata a sfruttare a fondo la debolezza di un premier sotto scacco morale infischiandosene delle sorti del paese.
Ora, il matrimonio è un´istituzione delicatissima ed essenziale, connette sentimenti e legge, fonda società civile e Stato, crea da sempre forme di sacralità fondandole sulla sostanza vivente del rapporto d´amore e dell´impegno di vita delle persone. Si dovrà tollerare che il gioco sporco della Lega lo riduca a una trappola? C´è chi parla senza mezzi termini di disobbedienza pubblica contro il pacchetto sicurezza: lo fa un gruppo di suore e altri religiosi che si è impegnato a mettere in atto pratiche di accoglienza e di solidarietà in attesa che sia cambiata una legge che «discrimina e criminalizza proprio i più poveri e i più disperati» (da Aduc Immigrazione, portale Internet sui diritti degli stranieri in Italia). Disobbedienza civile: ecco una risposta degna di nota a un attacco alle forme elementari.
Anche perché insieme ai matrimoni è oggi a rischio la sorte dei figli dei clandestini. Purtroppo nel regime di ottimismo obbligatorio imposto dall´esercito del bene rischiamo di saperne ben poco: anche perché la paura gela nel silenzio e nella clandestinità le future madri. Circola una definizione che dice tutto: bambini invisibili. Sono i figli di genitori senza permesso di soggiorno. Nasceranno? Il rumoroso partito della vita che discute della pillola abortiva non si è curato finora delle immigrate che stanno chiedendosi se sia o no il caso di correre i rischi legali del parto. Dall´8 agosto – data di entrata in vigore della legge – chi è sprovvisto di permesso di soggiorno in Italia non può compiere nessun atto di stato civile. E se il clandestino ci prova, nell´attimo stesso in cui si presenta all´ospedale o all´ufficio di anagrafe rivela la sua condizione di colpevole del reato di clandestinità.
Una nota del Viminale in risposta a un allarme lanciato dalla prefettura di Prato informa che le donne presenti senza permesso – le «straniere irregolari» nel linguaggio ufficiale – riceveranno all´atto della denunzia del parto un permesso di soggiorno di durata fino a sei mesi. Lo garantirebbe – secondo l´onorevole Alessandra Mussolini, presidente della commissione bicamerale per l´Infanzia, in una intervista all´agenzia radiofonica Euronews – l´interpretazione del decreto data durante il dibattito in aula. Di certo c´è una cosa sola: con quella denunzia, chiunque la faccia, emergerà il reato di clandestinità e si profilerà di fatto la minaccia dell´espulsione. E, come ha riconosciuto l´onorevole Mussolini, basta l´esistenza di quella figura di reato a scoraggiare il clandestino dal presentarsi a qualunque ufficio pubblico. Ma che cosa avverrà di quei bambini? Che, intanto, non saranno pochi.
Solo a Genova una valutazione dei medici riferita su Repubblica Genova da Massimo Calandri parla di alcune centinaia di gravidanze attese a termine entro l´anno. E questo è un altro fra i tanti problemi che un decreto irresponsabile ha scaricato sulle istituzioni del governo locale: delle quali il minimo che si può dire è che non sono attrezzate per affrontare le difficoltà create dalla legge al godimento dei diritti naturali. I bambini non registrati non avrebbero identità né diritti: privi di documenti, in stato di abbandono, si vedrebbero aperto l´antichissimo percorso dei trovatelli. Oggi il diritto e la carità, la legge e la coscienza si scontrano ogni giorno nel disordine e nel vuoto istituzionale di un paese dove a Genova si allestisce una "casa del neonato" per questi casi e in Friuli la Lega Nord chiede la chiusura degli ambulatori che assicurano assistenza sanitaria ai clandestini. L´Italia è oggetto della preoccupata attenzione di organizzazioni internazionali mentre dal buio di maternità angosciose emergono segni di una regressione verso il nostro piccolo, atroce mondo antico.
A Firenze il 29 luglio nella chiesa del Corpus Domini una donna ha abbandonato un neonato. Torna un passato tanto remoto nel tempo quanto vicino nello spazio: a poca distanza da quella chiesa c´è l´antico e bellissimo Ospedale degli Innocenti che raccoglie nel suo museo strazianti documenti dell´abbandono: biglietti e benedizioni materne, mezze medaglie, piccoli segni di riconoscimento. Chi offrì aiuto a madri e padri non scelse a caso quel nome: dirli Innocenti era un´eresia per una religione che condannava all´Inferno o al Limbo i bambini non battezzati, colpevoli di portare in sé la macchia del peccato di Adamo. Ebbene, oggi non la religione ma la legge civile condanna senza appello chi nasce da coppie senza le carte in regola: pone a rischio i diritti naturali e costituzionali al nome, ai genitori naturali, all´assistenza sanitaria. Eppure anche in quei bambini è riposta la speranza di futuro del nostro paese. Tra quelle coppie in cerca di matrimonio, tra i loro possibili figli c´è chi potrebbe diventare domani l´Obama italiano, il leader capace di interpretare la voglia di crescita civile del paese.
Ma intanto quei promessi sposi e quei neonati, figli di un dio minore, restano sospesi nella condizione del Limbo cristiano: sospesi sopra l´inferno, lambiti dalle fiamme di leggi ciecamente intolleranti, così come accadeva per i teologi alle anime che si affacciavano clandestine al cielo dei battezzati. Oggi, grazie all´esercito del bene, le pene dell´aldilà cristiano sono diventate realtà nella penisola italiana.


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