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Repubblica-Quaderno e moschetto..." la scuola ai tempi del Duce

Una mostra nell'hinterland milanese racconta la vita quotidiana degli alunni in una elementare del Ventennio "Quaderno e moschetto..." la scuola ai tempi del Duce La maestra del '...

16/01/2004
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la Repubblica

Una mostra nell'hinterland milanese racconta la vita
quotidiana degli alunni in una elementare del Ventennio
"Quaderno e moschetto..." la scuola ai tempi del Duce
La maestra del '44: troppo disordine, la storia non la insegno più
"Abbiamo acquistato la Radiorurale. La inaugureremo con la radioscena Balilla"
"Oggi ci ricorda quando Remolo fondò Roma. E tutti siamo andati davanti alle sale del fascio"
CINZIA SASSO


SOLARO (MILANO) - La foto è color seppia, ritagliata da un giornale. Il Duce ha divisa e cappello da ammiraglio, accanto è disegnato a matita un moschetto; sotto c'è scritto "L'artefice della pace con giustizia". Il foglio - nota della maestra: "lodevole" - è a righe di terza elementare. Bravo Giovanni, bravo il piccolo allievo che dà il massimo in "cultura fascista". Così andava la "scuola del Duce". A Solaro e in ogni altra scuola d'Italia. Perché è sulla piccola storia, quella raccontata dai registri, dai temi dei bambini, dalle circolari del Signor Direttore, dalle copertine dei quaderni dell'epoca, che si costruisce la grande storia.
L'elementare Regina Elena è appena stata inaugurata, con le rose offerte da una piccola italiana e un album ricordo al podestà. Il libro di testo si intitola "Casa mia, Patria mia". Dal registro della classe IV, anno scolastico '32-'33: "L'Ill.mo Signor Ispettore con la sua calda e persuasiva parola ci ha illustrato la circolare del Regio Provveditore agli Studi circa la fascistizzazione della scuola. L'Ill.mo Signor Ispettore ci ha invitate a partecipare alla Mostra didattica del Fascismo la quale rivelerà tutto il miracolo che la scuola può compiere, quando sia animata dall'idea educativa fascista". Segue la circolare "dell'Egregio Signor Direttore": 1) Iscrizione totalitaria degli alunni nelle organizzazioni giovanili (e la maestra aggiunge: già ottenuta); 2) Cultura fascista: estesa a tutte le classi; 3) Calendario del regime: svolto in ogni classe; 4) Albi di realizzazioni fasciste: trarre occasione da ogni fatto per lo sviluppo di lezioni destinate a rappresentare al vivo le realizzazioni fasciste in tutti i campi di attività.
Il cinema aiuta: i bambini vengono accompagnati alla rappresentazione di "Camicia Nera". Ma è molto importante anche la radio. 1935, registro della classe II: "Con l'incasso della Lotteria "Pro dote scuola" abbiamo acquistato l'apparecchio Radiorurale. Abbiamo deciso di inaugurarla con la radioscena "Balilla"". Nei registri di classe sono sottolineati i nomi degli iscritti ai Balilla e alle Piccole Italiane; dal ?43, accanto alle generalità, diventa indispensabile il numero della tessera. Ma nel ?44 l'Opera Nazionale Balilla raccomanda di "fare propaganda senza far pressione sulle famiglie". E la maestra annota: "In risposta alla circolare di ieri, ho ricevuto quattro domande di iscrizione. Poche, ma veramente spontanee dopo l'atmosfera creatasi in paese dalla caduta del fascismo".
Dal tema di Giuseppina, 1939: "Oggi ci ricorda quando Remolo fondò Roma. E tutti i ragazzi siamo andati davanti alle sale del fascio, stavano mettendo l'altoparlante, io mi sono sentita tre canzoni, sono andata a casa e sono andata a letto". In un componimento sulla prima guerra mondiale, la pace di Saint Germain diventa di "San Germano": è l'autarchia culturale. Sandro, terza elementare: "Nel 1919 padroneggiavano i bolscevichi che non volevano Chiese, sputavano addosso ai mutilati, alle suore e ai preti, davano le bastonate ai Combattenti, parlavano male del Re e dell'Italia, tagliavano le mani alle donne e ai bambini".
Gli anni dell'orgoglio per la fondazione dell'Impero sono i più enfatici: nei registri di classe i maestri sottolineano in rosso e verde sui fogli bianchi: "Chi potrà mai descrivere ciò che è passato nei cuori dei nostri bambini mentre il Duce dava l'annuncio della vittoria finale?". Dal ?42 nei moduli di iscrizione compare la domanda: appartiene alla razza ebraica? E i certificati di nascita del ?43 specificano: razza ariana.
I neri prostrati ai nostri soldati sono i disegni più usati per le copertine dei quaderni; ma c'è la serie Grandi Italiani, quella Inni della Patria e della Rivoluzione, Giovinezze eroiche. Solo verso la fine - è il gennaio del ?44 - compare il dubbio: "Una recente circolare riduce i programmi... così abbandono subito la storia il cui insegnamento diventa particolarmente scabroso data la discordanza di idee e di partiti ed il disordine in cui è caduta l'Italia".


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