FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3787917
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Repubblica-PUBBLICO IMPIEGO Altissima tensione dopo due anni di scioperi a raffica

Repubblica-PUBBLICO IMPIEGO Altissima tensione dopo due anni di scioperi a raffica

PUBBLICO IMPIEGO Altissima tensione dopo due anni di scioperi a raffica ROMA - Il pubblico impiego ha fatto otto scioperi nazionali in due anni (l'ultimo il 21 maggio), ma a tutt'oggi...

26/08/2004
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

PUBBLICO IMPIEGO Altissima tensione dopo due anni di scioperi a raffica

ROMA - Il pubblico impiego ha fatto otto scioperi nazionali in due anni (l'ultimo il 21 maggio), ma a tutt'oggi non ha neppure la sicurezza di condurre in porto la nuova tornata contrattuale (i contratti sono scaduti il 31 dicembre scorso e non manca chi ritiene che non è affatto indispensabile arrivare al rinnovo) e di chiudere completamente quella vecchia (i medici ospedalieri sono ancora in attesa del rinnovo 2002-2003). Il governo ha previsto in Finanziaria un incremento salariale per il pubblico impiego del 3,6 per cento per il biennio 2004-2005, i sindacati chiedono l'8 per cento, ("una richiesta contenuta", sottolineano). È la somma del recupero tra inflazione reale e programmata nel biennio 2002-2003, dell'inflazione attesa 2004-2005 (non certo la programmata dell'1,6) e di un uno per cento per la produttività nell'ambito della contrattazione integrativa.
Per bocca del ministro della Funzione pubblica, Luigi Mazzella, il governo ha fatto sapere che si atterrà al 3,6 per cento contenuto in Finanziaria, non un centesimo di più. Aggiunge il sottosegretario al Welfare, Sacconi: "C'è un'obiettiva, forte distanza tra le richieste del sindacato e le possibilità che il governo ha nei limiti delle condizioni della finanza pubblica e anche del rispetto dei patti del 1993". Ma non solo: Mazzella lascia intendere - non si sa fino a che punto per motivi squisitamente tattici e quanto invece per personale convinzione - che anche l'Italia potrebbe procedere a licenziamenti collettivi nell'amministrazione pubblica come ha fatto il governo Blair in Gran Bretagna, che per contenere la spesa pubblica ha ridotto il personale di 300.000 lavoratori. "Perché ciò avvenga - ha scritto ieri Mazzella sul quotidiano Italia Oggi - è necessaria una legge per così dire "a monte". Una legge che ridimensioni i servizi, riduca le strutture organizzative e quindi i dipendenti".
Pronta la reazione dei sindacati. "L'irresponsabilità di Mazzella è pari al suo candore nel disvelare un disegno politico che questo governo ormai sta perseguendo da tempo: abolire il sistema del Welfare rendendo residuale il ruolo dei servizi pubblici", ribatte Carlo Podda, responsabile Cgil Funzione pubblica. "Si parla di fantomatici licenziamenti, mentre sarebbe più opportuno ragionare su come sviluppare la riforma della pubblica amministrazione, migliorandone ulteriormente efficacia ed efficienza, dando più servizi ai cittadini invece di pensare a toglierli", aggiunge Antonio Foccillo, Uil.
(r.d.g.)


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL