Repubblica: Presidi-spia, l´accusa di Fini "Sarebbe incostituzionale"
Maroni: giusto. Torna l´obbligo di denuncia antiestorsioni Oggi il ddl alla Camera. Il ministro dell´Interno: vedremo come cambiare
LIANA MILELLA
ROMA - Altolà di Fini a Maroni sui presidi-spia e sul diritto dell´immigrato di iscrivere i figli a scuola se non ha il permesso di soggiorno. Negarlo sarebbe «incostituzionale». Il presidente della Camera, coautore con Bossi della legge sull´immigrazione, manda una lettera al ministro dell´Interno in cui mette paletti rigidi sulla norma che avrebbe obbligato gli stranieri a esibire il permesso «per gli atti di stato civile o l´accesso a pubblici servizi». La missiva resta sul tavolo di Maroni qualche giorno (è stata inviata il 30 aprile e preannunciata a voce il giorno prima) e ieri dal Viminale ecco la risposta positiva. Fini ha ragione. Quell´articolo, introdotto al Senato da un emendamento dei leghisti, genera dubbi, e dunque «va interpretato in modo da accogliere la sollecitazione di Fini». Nel testo, spiegano al Viminale, dovrà essere esplicito che «non è preclusa l´iscrizione a scuola dei figli dei clandestini». È tutto da vedere qualche potrà essere la riscrittura di un articolo lineare. Questo: «Fatta eccezione per i provvedimenti riguardanti attività sportive e ricreative, e per quelli inerenti l´accesso alle prestazioni sanitarie (cade il riferimento della Bossi-Fini a "quelli inerenti lo stato civile o l´accesso ai pubblici servizi") dev´essere esibito il permesso di soggiorno». Tolte le scuole resta il dubbio sulla denuncia all´anagrafe che, secondo il sottosegretario all´Interno Alfredo Mantovano, è superata dalla Bossi-Fini. Ma Alessandra Mussolini non ci crede e, con il reato di clandestinità, vuole che il comma contestato sia cancellato tout court. |