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Repubblica: Presidi-spia, l´accusa di Fini "Sarebbe incostituzionale"

Maroni: giusto. Torna l´obbligo di denuncia antiestorsioni Oggi il ddl alla Camera. Il ministro dell´Interno: vedremo come cambiare

05/05/2009
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la Repubblica

LIANA MILELLA

ROMA - Altolà di Fini a Maroni sui presidi-spia e sul diritto dell´immigrato di iscrivere i figli a scuola se non ha il permesso di soggiorno. Negarlo sarebbe «incostituzionale». Il presidente della Camera, coautore con Bossi della legge sull´immigrazione, manda una lettera al ministro dell´Interno in cui mette paletti rigidi sulla norma che avrebbe obbligato gli stranieri a esibire il permesso «per gli atti di stato civile o l´accesso a pubblici servizi». La missiva resta sul tavolo di Maroni qualche giorno (è stata inviata il 30 aprile e preannunciata a voce il giorno prima) e ieri dal Viminale ecco la risposta positiva. Fini ha ragione. Quell´articolo, introdotto al Senato da un emendamento dei leghisti, genera dubbi, e dunque «va interpretato in modo da accogliere la sollecitazione di Fini». Nel testo, spiegano al Viminale, dovrà essere esplicito che «non è preclusa l´iscrizione a scuola dei figli dei clandestini». È tutto da vedere qualche potrà essere la riscrittura di un articolo lineare. Questo: «Fatta eccezione per i provvedimenti riguardanti attività sportive e ricreative, e per quelli inerenti l´accesso alle prestazioni sanitarie (cade il riferimento della Bossi-Fini a "quelli inerenti lo stato civile o l´accesso ai pubblici servizi") dev´essere esibito il permesso di soggiorno». Tolte le scuole resta il dubbio sulla denuncia all´anagrafe che, secondo il sottosegretario all´Interno Alfredo Mantovano, è superata dalla Bossi-Fini. Ma Alessandra Mussolini non ci crede e, con il reato di clandestinità, vuole che il comma contestato sia cancellato tout court.
Il come lo si capirà oggi quando, prima che alla Camera inizi il dibattito sul ddl sicurezza, Maroni si riunirà coi colleghi della Giustizia Alfano e della Difesa La Russa per cambiare le norme più contestate e capire se il malessere nella maggioranza è tale da imporre la fiducia. Dopo la doppia bocciatura dei Cie Maroni non vuole rischiare. Ma il ddl sicurezza, con il reato di clandestinità, le ronde, i Cie a sei mesi, la stretta sugli immigrati, perde i pezzi. Per due volte a opera di Fini che prima si è opposto ai medici-spia e poi ai presidi-spia. Dura la lettera: «Ti faccio presente che si porrebbero problemi di costituzionalità e che da un attento esame della legislazione europea sugli stranieri non si evince alcuna norma volta a discriminare l´esercizio del diritto allo studio da parte dei minori stranieri». Plaudono le opposizioni: Antonio Borghesi (Idv) che aveva coniato lo slogan dei "presidi-spia" e i democratici Antonello Soro e Donatella Ferranti che vogliono eliminare il reato di clandestinità.
Maroni e Alfano, che vogliono portare a casa un ddl in attesa da un anno, paiono disponibili a modifiche. Il Guardasigilli annuncia la retromarcia sulla norma, cassata in commissione dal Pdl, che sospende dall´appalto l´imprenditore che non denuncia l´estorsione. Vuole ripristinare i poteri del procuratore antimafia Piero Grasso, che propone «agevolazioni fiscali agli imprenditori che denunciano il racket». Ma senza fiducia la battaglia sarà dura perché nella maggioranza ci sono forti dissensi.


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