Repubblica: "Più che spazi per il Sommo Poeta servirebbero aule e banchi nuovi"
Lo scrittore Edoardo Sanguineti non nasconde lo scetticismo
"Come sfrutteranno queste ore in più?"
ROMA - «Non vorrei che un´iniziativa del genere nascesse dall´idolatria del momento che vede oggetto Dante». Lo scrittore e poeta Edoardo Sanguineti, autore di saggi come "Dante reazionario" (Editori Riuniti) e "Il realismo di Dante" (Sansoni), non nasconde lo scetticismo con cui accoglie la notizia dei finanziamenti ministeriali per lo studio della "Divina Commedia" nelle scuole.
Sanguineti, si tratta di due milioni di euro e di ore in più...
«Si, ma come si sfrutteranno queste ore in più? In linea teorica, Dante ha già un suo spazio a scuola e non è detto che dedicargli del tempo in più aiuti alla sua comprensione. Per i ragazzi, che già hanno difficoltà a leggere scrittori più vicini nel tempo, rimane un autore difficile».
Insomma, la notizia non la entusiasma...
«Ma no, è che ogni intenzione va presa con cautela. Il sogno della scuola aperta perennemente rimane un sogno. Maggiori cose premono: i nostri istituti scolastici hanno bisogno di biblioteche fornite, aule e banchi nuovi. E poi mi chiedo se al liceo scientifico, per esempio, non sia più formativo provare a dare uno spazio maggiore alla lettura di Galileo. E Ariosto, poverino, forse non merita attenzione? Capisco, è un problema affrontato anche da Gramsci: ogni nazione ha bisogno del suo grande poeta. La Germania ha Goethe e noi Dante, va benissimo. Ma mitizzarlo non porta alcun vantaggio».
Come andrebbe insegnato nelle scuole allora?
«Integrando meglio la sua opera al programma, rafforzando la qualità del tempo che gli è dedicato, ma non trattando Dante come un caso a sé. La scuola ha davvero bisogno di soldi. Cercherei di essere più realistico, evitando lo spirito feticista del momento. E poi nelle aule rimangono i professori che devono appassionare gli studenti. Non si può contare sugli attori».
(Dario Pappalardo)