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Repubblica: Piano speciale contro il bullismo alle scuole psicologi e più soldi

Parte il Piemonte. Il padre del disabile: "Giusto punire i colpevoli"

20/11/2006
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la Repubblica

I VIDEO DELLA VERGOGNA

Prima iniziativa straordinaria per arginare la piaga delle violenze nelle scuole

Il preside dell´istituto sotto accusa va in tv e protesta "Non mi hanno fatto parlare"

SARA STRIPPOLI

TORINO - Più sportelli d´ascolto con educatori e psicologi. Più soldi per le scuole che saranno in grado di insegnare ai loro professori a riconoscere il malessere, e a prevenirlo. E per quegli insegnanti che saranno capaci di coinvolgere i ragazzi in attività di sostegno ai più fragili: disabili, ma anche stranieri e ragazzini che stentano a mettersi al passo. La Regione Piemonte interviene sul caso della scuola Albe Steiner con un progetto pilota realizzato in collaborazione con il ministero e le organizzazioni sindacali. Un pacchetto di proposte anti-disagio che partendo dalle esperienze migliori già sperimentate nelle scuole più attive e sensibili, verranno estese ad altri istituti disposti a sperimentare percorsi che si sono dimostrati efficaci. In totale, un finanziamento di circa 4 milioni di euro. Un´iniziativa cui si lavora da tempo ma accelerata dallo choc calato in città con la notizia che i giovani carnefici con video camera si nascondevano in una «normalissima» scuola torinese.
Dopo i tormenti dei giorni scorsi per decidere il futuro dei ragazzi, ieri il preside dell´Albe Steiner Camillo Di Menna è tornato a scuotere la testa e ha ammesso che la decisione di partecipare a Domenica In è stato un errore: «Quando siamo arrivati a "mandiamoli a zappare" non ci ho più visto. Sono deluso, inutile negarlo - ha detto al termine della trasmissione di Rai1 - Mi avevano promesso almeno cinque minuti per poter spiegare, parlare dei ragazzi, della loro difficoltà a scindere fra realtà e finzione. Invece siamo finiti in una gran caos». Poco spazio per me e anche le ragazze non hanno potuto chiarire la reazione del resto della scuola, si sfoga il preside. «A dirla tutta, Domenica In non l´avevo mai vista prima, ma pensavo che fosse un´occasione per sottolineare la posizione della scuola, smarcarla dalle accuse dirette e riflettere invece sul disagio generalizzato di una generazione di ragazzi». Oggi lo aspettano a scuola le critiche dei suoi docenti. Non tutti infatti erano d´accordo: «Meglio intervenire soltanto in trasmissioni di approfondimento», il suggerimento di un gruppo finito in minoranza durante il collegio dei docenti.
Abbassiamo i riflettori, chiede adesso il dirigente scolastico. Anche se ieri sera si sono riaccesi sulle parole amare del padre ragazzino vittima. Dando la schiena alla telecamera della troupe di Terra di Canale 5, il professore di religione ha detto di avere perdonato: «Mi auguro però che adesso la giustizia vada avanti. Perché con il perdonismo, con le pacche sulle spalle, il far finta di nulla succede quello che succede». Parole che fanno riflettere: «Alcuni giorni fa un mio collega mi ha detto che da bambino aveva paura dei suoi genitori e che adesso invece ha paura dei suoi figli. Lo capisco».
Ieri il ministro per le Politiche per la famiglia Rosy Bindi ha detto che i fatti di questi giorni devono accelerare l´avvio di un Piano d´azione per l´infanzia «un grande cantiere di elaborazione culturale e politica, che non può risolversi in un semplice atto burocratico». Non si può ignorare, ha aggiunto «la fragilità e la solitudine delle famiglie che devono fronteggiare i radicali cambiamenti culturali e sociali del nostro tempo».


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