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Repubblica: Per una scuola che sappia essere conservatrice

linguaggi che richiedono tempi lunghi di riflessione

31/05/2006
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la Repubblica

SANTAGATA, AUTORE DI UN MANUALE

«Come avrebbe detto Vasco Rossi, la letteratura a scuola è alla ricerca di un senso». Marco Santagata insegna Letteratura italiana a Pisa. È studioso di Petrarca ed è anche romanziere. Ed è nato nello stesso paese del cantautore, Zocca, provincia di Modena.
Non ce l´ha un senso l´insegnamento della letteratura?
«Ha perso molti di quelli che aveva in passato. Ne ebbe uno, fondamentale, subito dopo l´unificazione del paese: era fattore di coesione nazionale. Poi con la riforma Gentile ebbe il compito di produrre miti che tenessero aggregata la comunità italiana. E infine, subito dopo la seconda guerra mondiale, serviva a formare una borghesia colta».
Poi cosa è successo?
«Le cose si sono complicate. La Tv ha unificato linguisticamente l´Italia tanto quanto la scuola, se non di più. E invece che una borghesia colta si è sviluppato un enorme ceto medio, di dubbio spessore culturale».
E l´insegnamento della letteratura?
«È andato smarrendo il suo senso. Inoltre non esistono più i programmi scolastici. Di fatto ogni scuola, ogni docente costruisce il proprio. E si è sempre più diffuso il modello di una letteratura che serve a parlare d´altro, per capire il mondo, la propria identità, oppure semplicemente come strumento per saggiare la complessità linguistica».
E così, secondo lei, la letteratura perde il suo senso primario?
«Penso di sì. La letteratura è conoscenza. Ma non è solo questo. Ha una sua specificità e una sua diversità che non si possono mettere in secondo piano».
E cosa deve fare la scuola?
«Deve essere in qualche modo conservatrice. Non deve appiattirsi sulla direzione in cui va il mondo. Deve fornire ai ragazzi l´esperienza di linguaggi diversi, che richiedono tempi lunghi di analisi e di riflessione».
E la parte emozionale, quella che si chiama "piacere del testo"?
«È indispensabile coltivarla, ma non basta. Bisogna insistere sull´interpretazione, sul doppio procedimento di identificazione e di differenza».
Che cosa vuol dire identificazione e differenza?
«Nella letteratura vivono mondi diversi rispetto al quotidiano, ma in essi c´è sempre qualcosa di noi stessi. Un sonetto di Dante è distante da noi, linguisticamente, per i materiali poetici usati, eppure piace. Perché questo accade benché sia stato scritto settecento anni fa? Far capire ciò è il compito di chi insegna letteratura».
Fr. Erb.


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