Repubblica: "Per fortuna c´è l´Europa altrimenti ricerca a rischio"
Elena Cattaneo, coordinatrice di un progetto Ue sulle staminali
Ognuno ha le sue norme, ma possiamo farci inviare dall´estero le cellule che da noi è vietato produrre
ELENA DUSI
ROMA - «Per fortuna c´è l´Europa» esclama la ricercatrice Elena Cattaneo. Il laboratorio che dirige all´università di Milano ha appena ricevuto da Bruxelles un finanziamento record per lo studio delle staminali: 11,9 milioni di euro da gestire, 16 laboratori internazionali da coordinare, l´obiettivo ambizioso di arrivare a capire fra 4 anni se le cellule bambine hanno un futuro nella cura di malattie neuro-degenerative come Parkinson e còrea di Huntington.
Un bando per lo studio delle staminali cui partecipano 14 concorrenti europei viene vinto dall´Italia, che ha una delle legislazioni più restrittive. Come è possibile?
«Questa è l´Europa. Ogni nazione ha le sue norme, ma a livello continentale possiamo stringere rapporti di collaborazione con laboratori stranieri e farci inviare da Gran Bretagna o Svezia le staminali embrionali che da noi è vietato produrre. Questa volta tocca a noi guidare l´intero progetto. Da lunedì e per 4 anni Milano avrà la responsabilità di coordinare 16 gruppi di ricerca internazionali».
Cosa studierete?
«Metteremo a confronto quattro tipi di staminali: le embrionali, due varianti di cellule cerebrali ottenute da feti che sono stati abortiti secondo i termini di legge e infine le cellule ottenute da una tecnica nata solo nel 2006. Si tratta delle cosiddette "staminali pluripotenti indotte", ricche di segreti estremamente interessanti. Il loro Dna, che è quello di una cellula adulta e specializzata, può regredire e far tornare la cellula al grado di staminale embrionale».
Le finalità pratiche?
«Capire tutto il possibile di questi 4 tipi di staminali. Studiarle in parallelo in vitro e poi impiantarle nei topolini di laboratorio. Osservare come si comportano: se possono curare Parkinson e malattia di Huntington o se viceversa provocano infiammazioni o tumori. Alla fine dei 4 anni speriamo di ottenere una sorta di road map. Sarà lei a dirci dove le staminali ci porteranno, e su quale dei 4 tipi puntare».
Come si è arrivati alla scelta di Milano per coordinare il progetto?
«La procedura è iniziata a settembre del 2007. Abbiamo subito valutazioni scientifiche da parte di esperti internazionali, che proseguiranno anche per i 4 anni, e abbiamo ottenuto pareri etici positivi sia da Bruxelles che a livello nazionale. I controlli sono molto stretti. Questi soldi saranno spesi bene».