Repubblica: Pensioni, sindacati in rivolta contro il Tesoro
La Cgil a Padoa-Schioppa: pressing terroristico, non hai mantenuto gli impegni
Severo anche il giudizio di Cisl e Uil. "Coefficienti, quella del ministro è soltanto una interpretazione"
ROBERTO MANIA
ROMA - Il più severo è stato il leader della Cgil, Guglielmo Epifani: «Nella cena di Palazzo Chigi avevamo detto che il confronto si fa ai tavoli e non attraverso i giornali. Se c´è Padoa-Schioppa dietro a questo articolo è venuto meno ad un impegno che anche lui si era assunto». Il dossier della Ragioneria dello Stato, pubblicato ieri da Repubblica, ha così acceso la miccia per lo scontro annunciato sulla previdenza.
I tecnici del ministero del Tesoro sostengono che l´abolizione del cosiddetto "scalone" di Maroni e il mancato adeguamento dei coefficienti di trasformazione avranno un effetto «devastante»: 200 miliardi di spesa nei prossimi venti anni. Il crac dei conti pubblici. Numeri che, secondo il titolare dell´Economia, dovrebbero tenere tutti presenti prima di avviare il negoziato.
La reazione sindacale, però, è stata compatta e anche durissima. Ancora Epifani: «La trattativa implica un minimo di responsabilità. Se ogni giorno c´è un´ipotesi e poi un´altra ipotesi, il negoziato è morto ancora prima di nascere. Non mi piace che ogni giorno ci sia un allarme sulle pensioni, altrimenti la gente finisce per non avere più certezze». D´accordo i segretari generali della Cisl e della Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, che hanno parlato di «terrorismo psicologico». «Chi paga - ha detto Bonanni - il costo di quei 100 mila pensionati in più che ci sono stati tra il 2005 e il 2006 a causa di tutti questi allarmi?».
Cgil, Cisl e Uil non hanno alcuna intenzione di cambiare strategia e la prossima settimana presenteranno le loro proposte. Chiedono di abolire lo "scalone", che dal 2008 alza l´età minima per la pensione di anzianità a 60 anni, e tornare alle regole precedenti che consento l´accesso alla pensione con 57 anni di età e 35 di anzianità. E al richiamo dell´Economia di avere sottoscritto a settembre un Memorandum che prevede l´aumento dell´età e la rivalutazione dei coefficienti, rispondono, con Angeletti: «Non è vero che sia scritto. Quella è un´interpretazione del ministero». La strada per armonizzare le regole pensionistiche all´andamento della demografia è - secondo i sindacati - quella di incentivare la permanenza al lavoro oltre i 57 anni di età. «Solo per effetto degli incentivi - spiega Angeletti - è possibile far restare le persone al lavoro, tanto più che i redditi medi sono decisamente bassi. In questa prospettiva solo chi svolge davvero un lavoro usurante sceglie di andarsene comunque in pensione». E lo scenario descritto dalla Ragioneria? «Fantascienza», risponde Angeletti. «Abbiamo - aggiunge - il miglior sistema previdenziale d´Europa. L´età media dei pensionati (poco più di 60 anni) è sostanzialmente in linea con quella europea. I nostri trattamenti sono più bassi, mentre abbiamo un livello record (il 33 per cento circa della retribuzione lorda) dei contributi. Per questo dico che quando il nostro sistema crollerà, come dice la Ragioneria, quelli degli altri saranno già alla fame da tempo!».
Sarcastico Bonanni: «Se i conti della Ragioneria sulla previdenza sono stati effettuati con gli stessi criteri con cui erano state previste le entrate fiscali nel 2006 e l´andamento della spesa pubblica, allora possiamo davvero stare tranquilli!». Infine il segretario generale dell´Ugl, Renata Polverini: «Lo spauracchio dei conti pubblici non può continuare a pesare sulle spalle dei lavoratori e dei pensionati: le pensioni vanno rivalutate, soprattutto in considerazione dei tanti giovani che rischiano di percepire assegni in futuro ai limiti della sussistenza».