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Repubblica: Pensioni, il governo accelera dal 2010 sale l´età delle donne

Precari, retromarcia sul decreto anti-assunzioni. Cgil: 400mila a rischio

04/03/2009
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la Repubblica

Franceschini:"Berlusconi può dire no alla nostra proposta sui disoccupati, ma non può dirci che non si può fare perché la proposta è concreta"

LUISA GRION

ROMA - Un dietrofront e un´accelerazione: il governo frena sui precari di Stato, ma tira dritto sull´innalzamento dell´età pensionabile delle donne (quelle che lavorano nel settore pubblico) a 65 anni.
Domani il Consiglio dei ministri non varerà alcun decreto per bloccare, dal prossimo luglio, la regolarizzazione dei contratti a tempo determinato nel pubblico impiego: lo ha precisato il ministro Brunetta che ritiene che sul caso sia stato sollevato un «polverone». Da lunedì prossimo, fa sapere, partirà piuttosto un monitoraggio che in un paio di mesi stabilirà quanti sono e dove sono i precari della funzione pubblica e quanti fra loro - avendo vinto un concorso - siano in attesa di assunzione. Il mancato decreto di venerdì non disinnesca, però, la miccia dei posti di lavoro pubblici a rischio visto che la deadline di luglio è prevista anche in un disegno di legge ora in discussione alla Commissione Lavoro al Senato e da un decreto Tremonti. La questione, fa sapere la Cgil, è di vitale importanza: nel pubblico impiego ci sono 420 mila precari («i dati - sottolinea il sindacato rispondendo al ministro che li accusa di inventarsi i numeri - sono quelli della Ragioneria generale dello Stato»). Buon parte dei quali (circa la metà), salvo modifiche dei testi al Senato, da luglio continuano a rischiare di restarsene a casa.
Per un stop al decreto precari c´è comunque un «avanti tutta» sulla riforma delle pensioni al femminile. Il governo ha inviato una bozza alla Commissione europea che prevede l´innalzamento graduale dell´età pensionabile delle dipendenti statali a partire dal 2010 per arrivare, nel 2018, ai 65 anni. Il testo risponde ad una precisa richiesta di Bruxelles di parificare il trattamento fra maschi e femmine e il governo intende inserirlo nella legge comunitaria in discussione al Senato. Pare che i ministri Brunetta e Carfagna puntino a far sì che i risparmi così realizzati siano totalmente destinati a favore delle donne (realizzando asili nido, per esempio) in modo da dare una risposta a chi fa notare che le diseguaglianze fra uomini e donne sul lavoro sono altre, visto che i carichi familiari continuano pesare sulle femmine. Ma pare che al governo non tutti siano d´accordo su questa soluzione.
Oltre a quello dei precari e delle pensioni è più aperto che mai il fronte dei sostegni a chi perde il posto di lavoro: ieri il Pd ha presentato la sua proposta di assegno per disoccupati. Il perno dell´iniziativa consiste nel corrispondere il 60 per cento dell´ultima retribuzione a tutti coloro che non godono di altri strumenti di sostegno al reddito e hanno perso o perderanno il lavoro dal 1 settembre 2008 al 31 dicembre 2009. La mozione specifica anche le coperture: lotta all´evasione, centrale unica per gli acquisti nella pubblica amministrazione, ricostituzione della commissione che analizzi i possibili tagli al risparmio sulla spesa pubblica e «utilizzo immediato» degli 8 miliardi previsti nell´accordo governo-regioni per il potenziamento degli ammortizzatori sociali. Il leader del Pd Dario Franceschini precisa: «Berlusconi può dirci di no, ma non può dirci che non si può fare, perché la proposta è fattibile e concreta. Se non la vuole venga in Aula e dica alle centinaia di migliaia di persone che perderanno il lavoro che questa non è un´emergenza. Allora tutto sarà più chiaro e non ci saranno scuse e alibi».

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