Repubblica: Parte la riforma delle scuole superiori meno indirizzi e riduzione degli orari
Gelmini: epocale. Pd e sindacati in rivolta: sono i tagli di Tremonti
E Berlusconi ripete ciò che disse con la Moratti: il primo vero cambiamento dai tempi di Gentile
MARIO REGGIO
ROMA - La riforma delle scuole superiori è arrivata al traguardo. Ieri mattina il Consiglio dei ministri, in seconda lettura, ha dato il via libera ai tre regolamenti attuativi che dovrebbero rivoluzionare i licei, le scuole tecniche ed i professionali. Ci sarà un taglio drastico dei percorsi formativi e degli indirizzi sperimentali per i licei. Stessa cura per i tecnici e le scuole professionali. Meno ore di insegnamento settimanali e conseguente riduzione delle cattedre. A pagare le prime conseguenze saranno, ovviamente, i precari.
«Ci hanno accusato di voler cambiare la scuola per fare cassa - ha dichiarato il ministro Mariastella Gelmini nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi - niente di più falso, era un atto atteso da 50 anni. Questa è una riforma epocale». Accanto a lei il premier Silvio Berlusconi che ha precisato: «È una legge che ci mette in linea con l´Europa. La prima vera riforma da quella di Gentile», più o meno le stesse parole che usò il 5 febbraio del 2002, nella stessa sala stampa, quando venne presentata la riforma made in Letizia Moratti. In quell´occasione promise: «Riempiremo gli insegnanti di soldi». E anche ieri non ha perso l´occasione per sciorinare le sue famose battute: «Nei licei musicali le canzoni mie e di Apicella saranno materia di studio». E al ministro e futura mamma: «Ha fatto la riforma invece di andare in viaggio di nozze».
Reazioni negative dall´opposizione. Il segretario del Pd Pierluigi Bersani commenta: «Non è una riforma ma un taglio epocale alla scuola pubblica italiana che invece di avvicinarci, come ha detto Berlusconi, ci allontana dall´Europa e nega pari opportunità di vita, educazione e lavoro alle ragazze ed ai ragazzi del nostro Paese». Critico il segretario della Cgil Mimmo Pantaleo: «Quello che il governo ha approvato non è una riforma ma solo una rigorosa applicazione dei tagli decisi dal ministro dell´Economia Giulio Tremonti. La professionalità del personale uscirà svilita e migliaia di insegnanti e non docenti precari dovranno tornare a casa. Ridurre drasticamente gli orari, soprattutto nei tecnici e professionali, accentuerà la separazione con i licei producendo di fatto una divisione sociale grave e inaccettabile. Il 17 febbraio ci sarà - conclude - una assemblea nazionale aperta agli studenti, alle associazioni e alle forze politiche. Per il 12 marzo lo sciopero generale della scuola». Nella stessa giornata sciopero e corteo a Roma indetto dai Cobas: «In testa al corteo ci saranno i precari, quelli che per primi pagheranno le scelte del governo» - annuncia il portavoce dei Cobas Piero Bernocchi. Sul piede di guerra anche la Rete degli Studenti: «Una carnevalata».
Cosa succederà da qui al 1 settembre 2010? Il 25 febbraio verranno aperte le iscrizioni alle superiori. I direttori scolastici regionali dalla prossima settimana inizieranno la campagna di orientamento alle famiglie. Dal primo settembre 2010 partiranno i nuovi orari ed i programmi, ma solo per le prime classi. Gli altri studenti continueranno come se nulla fosse accaduto. La riforma andrà a regime, passo passo, nei prossimi quattro anni. Un rompicapo per le scuole che dovranno decidere le piante organiche, le cattedre, gli orari differenziati e i programmi didattici anno dopo anno.