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Repubblica/Parma: E gli insegnanti si imbavagliano. Contro il direttore scolastico Limina

Manifestazione dei professori aderenti alla Cgil davanti all'ex Provveditorato, per dire no ai tagli alla scuola e per protestare contro il dirigente regionale che aveva invitato i docenti a evitare commenti negativi sul governo. E la mobilitazione parte anche all'università, dove è prevista un'occupazione simbolica

03/06/2010
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la Repubblica

di MARCO SEVERO

Marcello Limina e le sforbiciate alla scuola. La rabbia e l'ironia e la preoccupazione. Tutte le ragioni della protesta stanno dietro a un bavaglio rosso, che nasconde quasi per intero i volti dei prof. Gli insengnati di Parma e provincia, aderenti alla Flc Cgil, lo inforcano davanti all'Ufficio scolastico provinciale in viale Vittoria. Sembra un assalto alla diligenza e invece è un sitin contro la dirigenza. Un presidio carico di sarcasmo per dire no ai tagli all'istruzione e no al direttore regionale Limina, autore d'una circolare che invita i docenti ad astenersi da commenti negativi nei confronti del governo ( LEGGI ). "Per nascondere lo smantellamento in atto della scuola pubblica - recita un volantino, distribuito durante la manifestazione - il dirigente dell'Ufficio scolastico regionale vuole imporre il silenzio a dirigenti, docenti, personale tecnico amministrativo, genitori e studenti". Per questo i prof 'zittiti', e nonostante il bavaglio, ribadiscono la richiesta di dimissioni di Marcello Limina: "Non ce l'abbiamo con certi funzionari dell'Ufficio scolastico - polemizza Salvatore Pizzo, portavoce del coordinamento Maestre e maestri autoconvocati - ma con i loro amichetti politici, autori di certe nomine a dirigente".
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Il fazzoletto rosso sulla bocca ce l'hanno tutti, in viale Vittoria. Qualcuno lo abbina a occhiali scuri e altri a un cartello appeso al collo, con l'articolo 21 stampato sopra: "Così - chiosa un insegnante - tanto per ricordare che in Italia esiste la libertà di pensiero". Tempo dieci minuti e l'atrio dell'ex Provveditorato si riempie di bavagli. I 'cowboy' della scuola sono una sessantina, qualcuno si copre le labbra con un nastro adesivo. "L'hanno prossimo a Parma e provincia - spiega un rappresentante - 500 famiglie resteranno senza il tempo pieno, non sapranno cioè a chi affidare i lori figli nel pomeriggio. Anziché contare sul sostegno della scuola fino alle 16.30, come avevano chiesto - prosegue - vedranno i loro ragazzi uscire dagli istituti alle 12.30". Nell'anno scolastico 2010-2011, ricordano inoltre i manifestanti, a fronte di 700 nuovi alunni le scuole del parmense avranno 205 dipendenti in meno tra insegnanti e personale non docente". La risposta a tutto questo, lamentano gli insenganti, è soltanto una "circolare bavaglio".
ATENEO - Ma non è solo la scuola a scendere in strada. La mobilitazione scatta anche all'università, dove venerdì si svolgerà - in collaborazione con l’Unione degli universitari - un presidio in Senato accademico. Una protesta simbolica, in programma dalle 11 alle 12 e che vedrà una delegazione di manifestanti (professori ordinari e associati, ricercatori, tecnici, amministrativi e studenti) consegnare al rettore Gino Ferretti un documento redatto nell'assemblea pubblica di Cgil e Udu alla facoltà di Ingegneria lo scorso venerdì 21 maggio (assemblea che ha visto per la prima volta la partecipazione di tutti i profili universitari). A margine è in agenda un incontro con Simone Saccani, segretario generale Flc Cgil di Parma, per dare conto alla cittadinanza delle ragioni della protesta e consegnare alla stampa il testo redatto dall’assemblea del personale.

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