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Repubblica-"Non è questione di intelligenza cambia solo il modo di apprendere"

L'INTERVISTA Parla Leonardo Tondo, docente di psicologia a Cagliari e alla Harvard Medical School "Non è questione di intelligenza cambia solo il modo di apprendere" Purtroppo la scuola it...

28/03/2004
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la Repubblica

L'INTERVISTA
Parla Leonardo Tondo, docente di psicologia a Cagliari e alla Harvard Medical School
"Non è questione di intelligenza cambia solo il modo di apprendere"

Purtroppo la scuola italiana è estremamente rigida e molti talenti finiscono per essere sprecati
Non c'è bisogno di dividere gli studenti per sempre: potremmo far convivere corsi misti e separati

ROMA - "Non si tratta di separare per dividere, ma di rispondere meglio all'evoluzione cognitiva dei bambini". Leonardo Tondo, docente di psicologia all'università di Cagliari e lecturer alla Harvard Medical School di Boston, in Italia è stato tra i primi a sottolineare i rischi dell'istruzione impartita nelle classi miste.
Insomma, siamo così diversi da dover studiare separatamente?
"È una questione di modi e di tempi, non di intelligenza: sono le abilità che maturano in modo diverso. Le ragazze hanno maggiori capacità verbali, e le sviluppano presto, mentre i loro coetanei maschi sono forzati ad apprendere cose in cui sono pronti, a scapito di altre capacità, come quelle visivo-spaziali, che in loro maturano prima. Questa forbice crea problemi che permangono per tutto il periodo scolastico, poiché è solo intorno ai 18-20 anni che le differenze si compensano".
Sembra che i disagi siano soprattutto nell'adolescenza: secondo lei da quando bisognerebbe iniziare a dividere le classi?
"Dal punto di vista dello sviluppo cognitivo, in realtà, avrebbe senso già dalle elementari. Il problema è che la scuola italiana è estremamente rigida, non dà alcuna possibilità di scegliere in base alle capacità dei singoli ragazzi, non consente lo sviluppo delle risorse intellettuali individuali. Negli Stati Uniti sopperiscono parzialmente al problema consentendo di scegliere le materie, noi le risorse dei nostri ragazzi molto spesso le sprechiamo".
Sembra che ad essere più colpiti siano soprattutto i maschi, specie nelle scuole superiori.
"I ragazzi sono quelli che sembrano soffrire maggiormente della situazione, infatti è soprattutto a loro che vengono diagnosticati disturbo di apprendimento e di attenzione. E spesso a farsi carico del problema devono essere le famiglie, con lezioni private, i cui costi sono all'origine di una concreta discriminazione per censo".
Ma separando maschi e femmine non si rischia di perdere il vantaggio della socializzazione tra i due sessi negli anni più formativi?
"Non è detto che debba trattarsi di una separazione netta e definitiva. Potrebbero esserci corsi misti e corsi separati, la scuola potrebbe associare a un diverso tipo di istruzione momenti di vita in comune. Non si deve cadere nell'eccesso opposto. Il problema da risolvere è l'incapacità di mirare l'insegnamento all'individuo. Maschio o femmina che sia". (c.d.gio.)


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