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Repubblica-Noi studenti tra violenza e gestacci

Noi studenti tra violenza e gestacci CORRADO AUGIAS Caro Augias, siamo due studenti dell'università 'La Sapienza', terzo anno di Fisica. Impieghiamo il nostro tempo sui libri per co...

28/10/2005
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la Repubblica

Noi studenti tra violenza e gestacci
CORRADO AUGIAS

Caro Augias, siamo due studenti dell'università 'La Sapienza', terzo anno di Fisica. Impieghiamo il nostro tempo sui libri per costruirci un futuro che la riforma Moratti mette ancora di più nelle mani del caso e dell'incertezza.

Sono ormai due settimane che tra lezioni bloccate, facoltà occupate, manifestazioni e assemblee sul ddl abbiamo cercato di preparare al meglio la manifestazione armati solo delle nostre idee e della consapevolezza che tra gli articoli del decreto si cela l'ennesimo rischio di precarietà per il futuro.

Ci è dispiaciuto vedere che i tre quarti dello spazio scritto e fotografico sulla manifestazione di Roma riportasse fatti di violenza, battibecchi, gestacci osceni, relegando alla fine i contenuti della riforma. Ci dispiace vedere che la manifestazione di un mondo in crisi sia passata per un movimento no global o di teppisti.

La maggioranza di noi ha partecipato pacificamente col solo intento di esprimere, fin sotto Montecitorio, un fermo dissenso. A nostro avviso l'oscurantismo di certi media non fa altro che fomentare le frange estreme del nostro movimento. Pensiamo che le foto dei quotidiani non rappresentino la vera anima della giornata e che la violenza non sia stata la vera protagonista.

Un ultimo appunto lo vogliamo fare alla signora Moratti che ha concesso udienza solo il giorno dell'ultimo passaggio parlamentare quando non era più possibile alcuna modifica. Abbiamo chiesto per anni, invano, un incontro col ministro.

Barbara Decina e Andrea Chiuri Roma

babdec@supereva. it

I due studenti hanno ragione a dire che gli incidenti di martedì intorno a Montecitorio hanno rubato attenzione alla sostanza della protesta. E' la legge fatale dei media, il solo rimedio è occuparsi 'anche' della sostanza che muoveva quella manifestazione imponente come hanno fatto i giornali più seri.

Resta il dubbio se i parlamentari di destra usciti dalla Camera a fare gestacci si siano comportati così male per istinto postfascista o perché consapevoli di distogliere in quel modo l'attenzione dal cuore del problema. Ogni riforma della scuola ha sempre sollevato le proteste di qualche parte interessata tale la complessità del settore e quindi i possibili interessi divergenti. Mai però era accaduto che l'intero mondo della scuola si sollevasse unanime contro una riforma, dai bambini delle elementari (i genitori, in questo caso), alle università, comprese tutte le categorie docenti fino ai titolari di cattedra.

Il ministro Moratti avrebbe dovuto riflettere su questa circostanza non fosse stata la fretta di licenziare comunque un progetto per correre a fare campagna elettorale a Milano. Una riforma penosa, diseducativa nelle intenzioni, disastrosa nei risultati, avvilente per chi lavora nella scuola, che penalizza la scuola pubblica nei confronti delle private, che viene dopo l'assunzione di decine di migliaia di insegnanti di religione mentre mancano i soldi per i precari che hanno vinto un regolare concorso. Bugie, dice il ministro.

Venga a smentire questi dati, se ha il coraggio di farlo. Faccio mio ciò che ha scritto Antonio Scurati su 'l'Unità': "Il dito medio alzato in faccia a studenti e ricercatori da una deputata è il giusto emblema della battaglia che si sta combattendo".


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