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Repubblica. "No ai tagli" Per il contratto

Scuola e statali, raffica di scioperi

10/10/2008
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Prof in piazza il 30. Camera, primo sì al decreto Gelmini

Per il pubblico impiego tre giorni di stop a livello regionale, poi la protesta nazionale
MARIO REGGIO

ROMA - La Camera ha approvato il decreto legge Gelmini sulla scuola. I voti a favore sono stati 280, duecentocinque i contrari, 28 gli astenuti, la somma dei deputati dell´Udc e delle minoranza linguistiche. E sempre ieri i sindacati della scuola hanno deciso, dopo avere annunciato lo sciopero generale due giorni fa, la giornata di astensione dal lavoro e della manifestazione nazionale a Roma. La mobilitazione è fissata per il 30 ottobre. Mentre i Cobas hanno in calendario sciopero e corteo, sempre a Roma, per il 17 ottobre. Si mobilitano, intanto, anche gli statali. Tutte le organizzazioni sindacali del pubblico impiego hanno deciso tre scioperi regionali, Nord, Centro, Sud ed Isole, in tre date diverse, l´obiettivo è il rinnovo del contratto scaduto nove mesi fa. Se il governo farà orecchio da mercante la risposta sarà lo sciopero generale nazionale.
I due ministri interessati, Mariastella Gelmini e Renato Brunetta, esprimono stupore per la decisione dei sindacati di scendere in piazza. Le motivazioni sono in realtà diverse. La Gelmini: «Non comprendo le ragioni perché la scuola ha bisogno di un grande sforzo innovatore e il coraggio di tutti per farla funzionare e non certo per bloccarla». Renato Brunetta è più concreto: «I soldi ci sono e le risposte le hanno avute dall´Aran che è l´agente contrattuale, c´è una finanziaria che stanzia tre miliardi di euro e quindi le risposte già ce l´hanno».
Per il momento il fronte più caldo è quello della scuola. Il decreto Gelmini, dopo la fiducia sul maxiemendamento, passa ora al Senato ed il governo potrebbe cavarsela in una settimana, visti i regolamenti di Palazzo Madama. Ma anche se passasse prima del 31 ottobre, limite massimo per trasformare il decreto in legge, resteranno poi i decreti attuativi e i regolamenti attuativi, gli ostacoli su cui si è incagliata la riforma pensata da Letizia Moratti. I tagli di 8 miliardi in tre anni, il maestro unico, il blocco del turn over assieme al pensionamento di più di 150 mila tra insegnanti e non docenti, ha avuto un effetto miracoloso, quello di ricompattare tutte le organizzazioni sindacali, che fino a pochi giorni fa marciavano in ordine sparso. Cobas a parte, che si mobiliteranno il 17 ottobre, pochi avrebbero scommesso su un fronte unico formato da Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda. Il miracolo è stato l´effetto della proposta del governo: prendere o lasciare, grembiulino e cinque in condotta a parte.
Il ministro Mariastella Gelmini ripete da giorni di essere pronta al dialogo, che il tempo pieno non verrà toccato, che il ritorno al maestro unico è un´eccelsa modernità pedagogica. Ma sono in pochi a fidarsi. In primo luogo i genitori. Ma anche gli studenti. Oggi, i giovani dell´Unione degli Studenti e della rete daranno vita a "manifestazioni in 100 città". «Scenderemo in piazza con strumenti musicali e oggetti rumorosi per suonarle al ministro Gelmini in risposta alle sue dichiarazioni», affermano gli organizzatori della protesta. Ma non saranno soli. Continua la mobilitazione degli universitari che protestano contro i tagli previsti dalla finanziaria a partire dal prossimo anno accademico.

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