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Repubblica-Niente sperimentazione senza di noi. Insegnanti in rivolta

Niente sperimentazione senza di noi. Insegnanti in rivolta ROMA - Sulla sperimentazione nelle scuole materne ed elementari arriva uno stop al ministro Moratti dall'Associazione nazionale dei Comuni ...

08/08/2002
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la Repubblica

Niente sperimentazione senza di noi. Insegnanti in rivolta
ROMA - Sulla sperimentazione nelle scuole materne ed elementari arriva uno stop al ministro Moratti dall'Associazione nazionale dei Comuni italiani. "Avevamo concordato con il ministro delle regole per stabilire insieme i tempi e i percorsi della sperimentazione - afferma il presidente dell'Anci, Leonardo Domenici - ma se ne sono perse le tracce. I tempi sono troppo stretti, di risorse finanziarie il ministro non parla più, non esistono garanzie pedagogiche per i piccoli studenti e nessuna certezza per le famiglie. Così si finirà per creare un tremendo pasticcio". Sul piede di guerra anche le organizzazioni sindacali della scuola, che chiedono un incontro urgente alla Moratti. Altrimenti, a settembre, sarà sciopero

Senza regole precise e concordate la sperimentazione della riforma della scuola, anche se in un numero ristretto di scuole materne ed elementari, non si può fare". Così il presidente dell'Associazione nazionale dei comuni italiani, Leonardo Domenici, sindaco di Firenze, indica chiaramente le condizioni per iniziare il dialogo in una lettera indirizzata ieri al ministro dell'Istruzione Letizia Moratti, e ricorda che "con lei era stato concordato un tavolo delle regole, come unica sede in cui definire criteri e modalità a cui le scuole dovevano adeguarsi".
Sulla stessa linea Domenico D'Oria, assessore alla scuola del Comune di Bari, guidato da una maggioranza di centro-destra. "Le cose che preoccupano i comuni, al di là del colore politico, sono due: i tempi troppo stretti per organizzare la sperimentazione e i fondi necessari per farla funzionare. Capisco la volontà del ministro di mandare avanti la riforma, ma i tempi sono realmente troppo stretti".
Di regola materne ed elementari dovrebbero riaprire attorno al 15 settembre. In poco più di un mese, dunque, le scuole che decidessero di iniziare la sperimentazione dovranno riaprire le iscrizioni, trovare gli insegnanti in grado di inserire i bimbi di due anni e mezzo alla materna e di cinque e mezzo in prima elementare, preparare i percorsi didattici specifici per i nuovi arrivati. E ci sono anche altri interrogativi: ogni scuola si regolerà per proprio conto oppure ci sarà una scelta omogenea a livello nazionale? Il progetto di sperimentazione non parla di fondi stanziati dal governo da trasferire ai comuni, chi pagherà il conto?
Se i Comuni esprimono dubbi e perplessità il fronte sindacale si schiera compatto contro la sperimentazione. "Ancora non abbiamo programmato nessuna protesta: tutto sta a vedere cosa succederà a settembre - dice Enrico Panini della Cgil Scuola - ma siamo sicuramente di fronte a una sperimentazione sbagliata e pasticciata, in cui le scuole sono ridotte al rango di semplici esecutori". Le riserve della Cgil si allargano a comprendere la disponibilità di risorse per la sperimentazione, che - sostiene Panini - "sono in forse già per i ragazzi che frequentano la scuola".
Critica nel metodo, oltre che nel contenuto anche Daniela Colturani, responsabile scuola della Cisl, secondo la quale la sperimentazione "costringerà famiglie e docenti a comprendere cosa succederà in pochissimo tempo. Il legittimo sospetto è che sia più un'operazione mass mediatica di promozione della riforma, che di vera messa in prova della legge". Un incontro con il ministro è "urgente" per Massimo di Menna, della Uil Scuola: "Se le risposte non saranno soddisfacenti, siamo pronti a un'agitazione di tutta la scuola elementare. Ci sono in ballo contenuti importanti, come il "maestro prevalente" che stravolge qualcosa di già acquisito, sperimentato e apprezzato da tutti". Per Fedele Ricciato, segretario generale dello Snals, "è un atto di responsabilità del governo non aver avviato la sperimentazione su tutte le scuole. Ma se il "maestro prevalente" significa tagliare gli organici, lo Snals si opporrà alla riforma in tutte le sedi".


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