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Repubblica-Niente più Ici su scuole e cliniche cattoliche

CASO Sì in Senato alla norma che allarga le agevolazioni agli immobili religiosi a carattere commerciale. L'opposizione: regalo elettorale Niente più Ici su scuole e cliniche cattoliche GIO...

29/09/2005
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la Repubblica

CASO
Sì in Senato alla norma che allarga le agevolazioni agli immobili religiosi a carattere commerciale. L'opposizione: regalo elettorale
Niente più Ici su scuole e cliniche cattoliche

GIOVANNA VITALE

ROMA - Non bastavano i 3 miliardi di tagli alle spese correnti disposti in Finanziaria, un'altra mazzata sta per abbattersi sui già tartassati comuni italiani. Costretti a subire, se il progetto della maggioranza andrà in porto, anche lo scippo dell'Ici sui beni di proprietà ecclesiastica.
L'articolo 6 del decreto Infrastrutture approvato martedì in Commissione Lavori Pubblici del Senato, infatti, estende le agevolazioni previste per i luoghi di culto agli immobili religiosi utilizzati per fini commerciali. In pratica, se finora l'Ici non doveva essere corrisposta per chiese, oratori, conventi e monasteri, la nuova legge allargherebbe l'esenzione a scuole private, case di cura, ristoranti e foresterie appartenenti a istituzioni cattoliche. Con un danno calcolato dall'Anci in almeno 300 milioni di euro, 25 dei quali solo a Roma. Stima che potrebbe però peccare per difetto: solo le strutture destinate all'ospitalità (case per ferie, colonie, pensionati e simili) sono circa 3.000 in tutta Italia.
Oggi il provvedimento approda in aula, mercoledì andrà al voto. Bollato come "favore per ottenere vantaggi elettorali" Ds, Margherita e Verdi sono pronti a dare battaglia. "La sommatoria Finanziaria-decreto sarà disastrosa: la volontà del governo di strangolare gli enti locali sta andando oltre ogni immaginazione", attacca il senatore ds Esterino Montino, primo firmatario dell'emendamento per lo stralcio dell'articolo 6. Considerato incostituzionale: intanto perché crea "grave disparità e discriminazione" in quanto riguarda esclusivamente gli enti cattolici. "Non solo viene favorita una confessione rispetto alle altre", argomenta Montino, "ma le conseguenze di tale regalia vengono fatte pagare a tutti i cittadini". Le amministrazioni rischiano in effetti di dover ridurre i servizi o aumentare le imposte locali. Senza contare gli effetti sul mercato, che vedranno le attività commerciali "laiche" pagare l'Ici, mentre le sue concorrenti religiose saranno esentate.
Non è l'unica stranezza contenuta nel decreto: "L'articolo 2", spiega ancora Montino, "prevede la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili nei Comuni con più di 300 mila abitanti: una norma ad hoc per Catania. In regioni come la Calabria, che ha il più alto numero di occupati a tempo, non c'è una città così grande. Verrà completamente tagliata fuori". Inevitabile la conclusione: "Il decreto era nato per rendere più efficienti alcune infrastrutture, a partire dalle dighe: Berlusconi e la sua maggioranza l'hanno piegato a fini elettorali, facendo pagare il conto ai cittadini".


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