Repubblica-Nella scuola del Grande fratello alunni spiati minuto per minuto
IL CASO I NUMERI Bergamo, un'istituto privato ha installato 24 telecamere tra aule, corridoi e bagni Nella scuola del Grande fratello alunni spiati minuto per minuto ...
IL CASO
I NUMERI
Bergamo, un'istituto privato ha installato 24 telecamere tra aule, corridoi e bagni
Nella scuola del Grande fratello alunni spiati minuto per minuto
Ma i genitori sorpresi si dividono sulla decisione del preside "Non esageriamo"
DAL NOSTRO INVIATO
CARLO BRAMBILLA
BERGAMO - All'uscita di scuola Stefano, 9 anni, quarta elementare all'Istituto privato Capitanio di Bergamo, abbraccia la mamma, Donatella, che lo aspetta in strada, a due passi dal centro della città bassa. E' felice di rivederla, ma confessa preoccupato: "Mi danno fastidio tutte queste telecamere che abbiamo a scuola. In classe ce ne sono due che ci spiano. Una davanti, sopra la cattedra e una dietro le spalle. Controllano ogni nostro movimento". La madre prima giustifica il provvedimento: "Servono ad aumentare la sicurezza. Non c'è nulla di male". Poi ci pensa un po' e precisa: "Però non si deve esagerare. Registrare anche la vita all'interno della classe, durante le lezioni, mi sembra eccessivo".
"La scuola del Grande fratello", come qualcuno ha già ribattezzato questa elementare e media di via Sant'Antonino, gestita dall'Opera Sant'Alessandro, è un modernissima palazzina color crema, alta cinque piani, appena ristrutturata e dotata di ogni comfort. Per maggiore efficienza didattica e controllo del buon andamento della vita scolastica, la proprietà dello stabile, cioè la Curia vescovile, ha deciso di installare nella scuola una rete di 24 telecamere che controllano, 24 ore su 24, ogni istante della vita della scuola e dei suoi 450 alunni. L'ingresso, le scale, i corridoi, l'accesso ai bagni e perfino le aule dove si svolgono le lezioni.
Giustificazione ufficiale del preside, Giovanni Quartini: "Il sistema ci consente di potenziare la sorveglianza. Sarà anche un deterrente per chi, magari con la scusa di andare in bagno, ne approfitta per chiacchierare in corridoio o fare scherzi ai compagni. Su richiesta dei genitori si potranno registrare le lezioni su cassetta o dvd. Un supporto utile agli alunni costretti a casa da lunghe assenze". Decisamente contraria la Cgil-Scuola di Bergamo che denuncia l'utilizzo di strumenti che violano apertamente il diritto alla privacy e alla riservatezza del personale oltre che degli alunni.
Davanti a scuola i genitori raccontano di avere scoperto il primo giorno di scuola la novità. E si dividono sul giudizio da dare. Qualcuno approva senza discutere: "La sicurezza dei nostri figli prima di tutto. Noi stiamo più tranquilli, i ragazzi sono più seguiti e gli insegnanti staranno più attenti a quello che dicono". Molti preferiscono tacere. Ma c'è anche chi non ha paura di criticare apertamente le telecamere. Francesca Cusari, con un figlio in terza elementare e uno in prima media, è particolarmente lucida e combattiva: "Non sono d'accordo. La scuola non deve essere una prigione. La spontaneità è fondamentale, per i ragazzi come per gli insegnanti. E qualche piccola trasgressione, anche se avviene, non è la fine del mondo. Fa parte della normale vita dei ragazzi. Va bene una telecamera all'ingresso. Ma non si può pretendere di controllare ogni istante. Chi è ammalato recuperi le lezioni perse come si è sempre fatto, facendosi aiutare dagli insegnanti, dai compagni, dai genitori e dalle ripetizioni, se necessario. Non mi sembra che il dialogo educativo debba ricorrere a strumenti come le telecamere a circuito chiuso per essere più ricco".
Preoccupato dal Grande fratello che scruta i propri bambini anche un altro gruppetto di genitori che attende i figli all'uscita. "È vero che per accedere alle immagini è necessario possedere una password - commenta un padre, appassionato di computer - Ma un pirata informatico può aggirare facilmente l'ostacolo e arrivare alle immagini dei nostri bambini, dal momento che il sistema di controllo utilizza internet. Magari persone male intenzionate. E perfino pedofili..." "Vogliamo chiarimenti al più presto - protesta Angela Gagliano, mamma di un ragazzino in seconda elementare - Li chiederemo alla prima riunione dei genitori". Mentre il preside Quartini esce da scuola in gran fretta. Si allontana senza fare commenti. E se prova ad avvicinarlo un giornalista col notes in mano quasi si mette a correre.