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Repubblica:Nel Dpef non solo tagli a pensioni e sanità. Meno tasse per chi fa assunzioni a tempo indeterminato

Equità, la ricetta del governo Misure su precari e famiglie. Legge Biagi "rivisitata"

09/07/2006
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la Repubblica

L´esecutivo punta l´indice contro la spesa farmaceutica fuori controllo Le Regioni che supereranno i tetti prefissati non riceveranno aiuti
ALDO FONTANAROSA

ROMA - Da un lato toglie agli italiani. Dall´altro, promette di restituire. Consapevole degli umori di Rifondazione e Verdi, il ministro Padoa-Schioppa ha scritto un Dpef a doppia faccia. Dentro il Documento che fa da base alla Legge Finanziaria, c´è l´annuncio di tagli a sanità e pensioni; ma c´è anche ad esempio un Piano contro il lavoro precario. Questo sforzo di equità non ha scongiurato i mal di pancia dell´ala sinistra dell´Unione. La stabilità del governo - assicura però Russo Spena (Prc) - non «è in pericolo».
A proposito di sanità, i contorni del problema sono chiari. Nel 2000, il settore bruciava il 5,7% della ricchezza nazionale (Pil). L´anno scorso, la spesa è salita fino al 6,7. Troppo. I motivi sono tanti. Dalle Regioni che comprano farmaci con disinvoltura fino all´eccesso dei ricoveri. Quanti anziani, d´estate, finiscono parcheggiati in corsia? Di fronte ad aumenti della spesa sanitaria di un altro 3,2% entro il 2011, il Dpef butta giù un piano. Le Regioni avranno fondi certi da qui al 2009. Ma se poi sforeranno la spesa consentita, dovranno ripianare il deficit da sole. Proprio entro il 2009, il buco complessivo della sanità dovrà essere azzerato, grazie anche ad un Fondo che aiuti in questo percorso. Il governo non esclude il ritorno dei ticket (chi compra un farmaco o finisce in ospedale paga un pezzo della spesa). Meno ricoveri però non significano necessariamente meno assistenza. Il Dpef parla di studi associati di medici familiari aperti 24 ore su 24. Garantiranno una vera assistenza a domicilio e il ricovero (quando necessario). Chi sta veramente male - ad esempio i disabili - sarà meglio tutelato da un Fondo per la Non Autosufficienza.
A proposito di pensioni, i tagli non sono specificati. Il Dpef si limita a dire che «il pieno equilibrio del sistema» è una priorità. Spetterà poi alla Finanziaria decidere come e dove sforbiciare. Accanto ai dolori, il governo prospetta soluzioni gradite al popolo della sinistra. Finirà in soffitta il famoso "scalone" della riforma polista delle pensioni. A partire dal gennaio 2008, avrebbe drasticamente spostato da 57 a 60 anni l´età minima per ritirarsi (a patto di avere 35 anni di contributi). Non solo. Palazzo Chigi promette anche il rilancio di un principio chiave della Riforma Dini delle pensioni (primo governo Prodi). Gli esperti la chiamano "equità attuariale" perché riconosce parità di rendimento a tutti i contributi versati.
Qualche buona notizia anche sul fronte dell´occupazione e della famiglia. Chi lavora potrà chiedere congedi retribuiti quando i figli sono adolescenti. Anche i lavoratori precari andranno in maternità o in paternità. E ci saranno più asili nido. Ma soprattutto il Dpef delinea una riforma forte della Legge Biagi. Sarà attenuato il lavoro "a chiamata", autentica fabbrica di precari. Più soldi pubblici finiranno nel fondo pensionistico dei parasubordinati. Chi lavora a singhiozzo (come i "collaboratori a progetto") potrà sperare così in pensioni vicine a quelle dei dipendenti stabili. Le stesse aziende, se sollevate da una parte della spesa per contributi, saranno meglio disposte ad assunzioni definitive. Pagherà meno tasse, grazie al taglio del cuneo fiscale, proprio chi assume a tempo indeterminato. Il Dpef, infine, promette aiuti alle giovani coppie e agli studenti fuori sede per la casa. E un "reddito di inserimento" a chi soffre a Sud.


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