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Repubblica-Nasce la scuola della controriforma

Hanno scritto un progetto di legge popolare e si preparano a raccogliere le firme necessarie: "Arriveremo a 500 mila" Nasce la scuola della controriforma Genitori e professori: abrog...

15/07/2005
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la Repubblica

Hanno scritto un progetto di legge popolare e si preparano a raccogliere le firme necessarie: "Arriveremo a 500 mila"
Nasce la scuola della controriforma
Genitori e professori: abroghiamo la Moratti e ripartiamo
Cortei, concerti, campagne di informazione e mesi di assemblee per mettere a punto un disegno alternativo
le proposte Tempo pieno e due insegnanti nelle elementari, alle superiori biennio per tutti e triennio differenziato attraverso i piani di studio
TERESA MONESTIROLI


"Basta dire solo no, è arrivato il momento di proporre un'alternativa, scriviamo la Controriforma". All'inizio lo dicevano soltanto, a bassa voce fra loro. Perché non credevano di essere in grado di realizzare un'impresa titanica come scrivere una vera e propria legge. Da soli. Poi, dopo gli affollatissimi cortei, le biciclettate, il concerto al MazdaPalace e le campagne nelle scuole, hanno deciso di provarci. E dopo mesi di assemblee, nottate passate a discutere, scambi epistolari con insegnanti dell'altro capo del Paese, sono arrivati alla prima stesura della "Legge popolare per una buona scuola". È così che è nato il pamphlet di otto pagine, con tanto di articoli e commi, in cui gli insegnanti e i genitori di Retescuole, spiegano la scuola che vogliono. "Una volta abrogata la legge 53. Perché sull'abrogazione non si discute", ricordano i professori. A settembre la legge verrà discussa nelle scuole. Il Comitato raccoglierà tutte le proposte di cambiamento ed entro novembre verrà compilata la versione definitiva. Solo allora inizierà una serrata raccolta di firme dentro e fuori le scuole per portare la proposta in Parlamento. "Ci vogliono almeno 50 mila firme, ma noi contiamo di raccoglierne almeno 500 mila. Per questo ci rivolgiamo ai partiti dell'opposizione, ai sindacati e alle associazione nella speranza che ci aiutino a promuovere la discussione su una legge che parte dal basso, da quelli che la scuola la vivono tutti i giorni. Qualsiasi suggerimento sarà ben accetto", spiega Clara Bianchi, maestra elementare e rappresentate del movimento.
"Forse non sarà corretta dal punto di vista tecnico, non sarà scritta con il linguaggio della burocrazia, non risponderà in maniera esaustiva a tutti i problemi della scuola, ma in quanto a contenuto è chiara e semplice - racconta Patrizia Quartieri, di Retescuole - Questa è la scuola che vogliamo". Una scuola che i legislatori del Comitato raccontato in 5 articoli che parlano di obbligo scolastico (elevato a 18 anni, comprende anche l'ultimo anno della scuola materna), di investimenti ("Lo Stato assicura risorse adeguate destinando il 6% del Pil"), di programmi (devo essere nazionali e elaborati "da un gruppo di lavoro formato da esperti e docenti"), di classi (composte da massimo 22 studenti, è vietato formare classi differenziali). E ancora la legge ripristina il modello del tempo pieno alle elementari con due insegnanti per classe, elimina l'anticipo, inserisce il nido nel sistema educativo e sconvolge completamente la proposta del ministro Moratti per le superiori. Invece del doppio canale, Retescuole propone un biennio di studi uguale per tutti (solo un quinto del programma dipende dall'indirizzo) e un triennio diverso per piano di studi.
Il primo sostegno alla legge popolare arriva da Marilena Adamo, consigliere Ds a Palazzo Marino: "È un importante contributo all'elaborazione programmatica dell'Unione. Appoggerò la loro campagna e sono disposta a discutere dei contenuti di questa proposta". Anche l'assessore all'istruzione della Provincia, Sandro Barzaghi, è favorevole: "Occorre aprire un grande dibattito nel paese che veda impegnate in primo luogo le componenti scolastiche, quelle che la scuola la fanno ogni giorno".


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