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Repubblica-Napoli-Università, sfida alla Moratti

LA RIFORMA MORATTI Docenti e ricercatori in assemblea contro il disegno di legge del ministro: "Pronti anche all'occupazione" Università, sfida alla Moratti Trombetti: "Frattura ...

05/02/2004
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la Repubblica

LA RIFORMA MORATTI
Docenti e ricercatori in assemblea contro il disegno di legge del ministro: "Pronti anche all'occupazione"
Università, sfida alla Moratti
Trombetti: "Frattura Nord-Sud". Caldoro: "Più flessibilità"
Ad alto rischio l'inaugurazione dell'anno accademico (13 febbraio a Monte Sant'Angelo) con D'Amato ospite
GIANTOMASO DE MATTEIS


C'è chi invita all'occupazione, e a seguire l'esempio dei "ribelli" della Sapienza. C'è chi urla che è "un preciso disegno politico di questo governo sfasciare l'università". Anzi, che il disegno di legge Moratti è un coacervo di provocazioni. Contro le quali (precarizzazione dell'attività di ricerca e di formazione; riforma a costo zero e discrezionalità per il governo di utilizzare le risorse disponibili; messa ad esaurimento del ruolo dei ricercatori e riconoscimento della funzione docente; eliminazione della distinzione tra tempi pieno e tempo definito) occorre "organizzarsi", "progettare", prima di arrivare alla mobilitazione nazionale del 17 febbraio, a Roma.
Intanto si discute, all'assemblea di ateneo di docenti, associati e ricercatori della Federico II, aula 3, università centrale, corso Umberto I. Si manifesta il dissenso contro la proposta Moratti di riordino della docenza e del reclutamento nell'università. Se "interrompere l'attività didattica", se "intraprendere iniziative eclatanti" come per esempio sospendere il senato accademico e manifestare all'inaugurazione dell'anno accademico. Ma innanzitutto si invita a una mobilitazione "organica": insieme alla scuole e agli studenti, che pure sono in lotta contro la Moratti. Insieme ai sindacati, per compattare la protesta. Insieme ai rettori ("Che prendano anche loro posizione", dice Gianfranco Borrelli). Pronta la risposta del rettore della Federico II, Guido Trombetti: "I problemi esistono e vanno affrontati. Ma non si può mettere mano alla riforma dello stato giuridico se non nel contesto di una riforma organica: il primo problema, allora, è quello dei finanziamenti agli atenei. C'è il rischio che aumenti la forbice tra aree ricche e non, tra Sud e Nord. Che in alcune università si faccia ricerca e altre siano condannate al grigiore". Aggiunge Trombetti: "Sono assolutamente contrario alla messa a esaurimento del ruolo dei ricercatori, ma il sistema di reclutamento va modificato". Difende la proposta Moratti, in nome della "modernizzazione del sistema", il sottosegretario all'Università, Stefano Caldoro: "Maggiore flessibilità nel reclutamento dei docenti consentirà ad un maggior numero di giovani ricercatori di entrare nelle università garantendo loro condizioni economiche e di contesto più vantaggiose, cosi come avviene in Europa". Clima teso e infuocato, alla Federico II. Tanto da far lanciare a uno studioso della vecchia generazione, Enrico Flores, ordinario di Lingua e Letteratura Latina, la proposta di "occupazione": "Dodici persone potrebbero occupare un'aula della sede centrale, l'università e nostra". Occupazione o no, l'importante per Mimmo Iervolino, docente di Filosofia, è che "la manifestazione del 17 non sia uno sciopero rituale". "Fino al 17 proporrei che un'aula sia a nostra disposizione", incita Gianfranco Borrelli.
L'assemblea vota un calendario di protesta: lo stato di agitazione continuerà. Viene battezzato un comitato: il 6 febbraio riunione di coordinamento. Il 17 febbraio l'università di Napoli aderirà alla manifestazione nazionale, a Roma. Auto-convocazione per il 12 febbraio. Data importante: si potrebbe stabilire di sospendere il senato accademico. E non potrebbero mancare colpi di scena il giorno dopo, il 13, con una manifestazione nel corso dell'inaugurazione dell'anno accademico a Monte Sant'Angelo, ospite d'onore il presidente di Confindustria Antonio D'Amato. Viene votato un documento finale nel quale si esprime "profondo dissenso rispetto al disegno di legge". "Un chiaro attacco all'autonomia". "Una provocazione insostenibile", spiega Giuseppe Cantillo, coordinatore del Polo delle Scienze Umane, "che porta ad una precarizzazione della figura dei docenti". Per quanto riguarda i ricercatori, la nuova legge prevede contratti quinquennali con l'Università. "Nessuno mette in dubbio il principio della meritocrazia", commenta Cantillo, "ma un meccanismo di verifica è altra cosa dall'idea di istituzionalizzare la precarietà". D'accordo il segretario della Cgil, Giuseppe Gentile: "La proposta Moratti, oltre a precarizzare, disincentiverà i giovani nei confronti della ricerca e aumenterà la famigerata fuga dei cervelli". E Gaetano Dammacco, segretario nazionale della Cisl: "Il governo ha fatto bene i suoi calcoli: in futuro le università assumeranno i giovani a prezzi stracciati".


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