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Repubblica-Napoli-Tutti in gita scolastica tranne Francesca

Tutti in gita scolastica tranne Francesca BIANCA DE FAZIO Il pullman che doveva accompagnare gli alunni non aveva infatti le carte in regola per portare una piccola disabile. Rosanna ha f...

13/04/2005
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la Repubblica

Tutti in gita scolastica tranne Francesca

BIANCA DE FAZIO

Il pullman che doveva accompagnare gli alunni non aveva infatti le carte in regola per portare una piccola disabile. Rosanna ha fatto dietrofront. Ha riportato la bambina a casa, tra le lacrime, ma poi s'è precipitata a scuola per denunciare l'accaduto e inoltrare una formale richiesta di chiarimenti sull'esclusione di sua figlia dalla partecipazione a un'attività didattica che deve esser garantita a Francesca come a tutti gli altri scolaretti.
"Quando qualche settimana fa le insegnanti mi annunciarono la gita - racconta Rosanna D'Acunzo - feci presente il problema di mia figlia, che comunque frequenta quella scuola, il I circolo didattico di Ottaviano, già da 6 anni. Scoprii, in quella circostanza, che la ditta vincitrice dell'appalto per il trasporto degli scolaretti non disponeva di bus per disabili. Allora il dirigente della scuola, Marco Ugliano, ha chiesto al sindaco di avere in prestito lo scuolabus comunale". Uno scuolabus che non fa servizio, peraltro, perché il Comune non ha gli autisti. Il sindaco ha dato l'ok, chiedendo al servizio tecnico del municipio di verificare le condizioni dello scuolabus e di metterlo in grado di accompagnare Francesca e i suoi compagni fino a San Martino (con un autista della ditta di trasporto privato). Tutto a posto, sembrava. Ma ieri mattina s'è scoperto che lo scuolabus mancava del collaudo, e s'è confermato che i pullman privati giunti a prendere gli scolaretti delle altre classi non erano attrezzati per il trasporto di una piccola disabile.
Niente da fare. Francesca alla gita non ci va. Tutti a bordo, gli altri bambini, tutti in riga per l'uscita didattica. Tutti tranne la più debole tra loro. Rammaricate le maestre, mortificata la madre della bambina. "Il sindaco mi ha chiamato per scusarsi" racconta. "Ma a cosa valgono le scuse rispetto alla dignità, ancora una volta calpestata, di mia figlia?". A poco è servita la passeggiata che Francesca ha poi fatto con la mamma, "un piccolo risarcimento per il dispiacere e la delusione subita, per non lasciarla chiusa in casa mentre i suoi amichetti stavano a divertirsi".


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