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Repubblica-Napoli-Test ai bambini negli asili il Comune ferma il progetto

Frenata sui questionari che riguardano l'identità di genere Test ai bambini negli asili il Comune ferma il progetto "Troppe polemiche, sospendiamo" L'assessore Furfaro...

09/02/2006
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la Repubblica

Frenata sui questionari che riguardano l'identità di genere
Test ai bambini negli asili il Comune ferma il progetto
"Troppe polemiche, sospendiamo"
L'assessore Furfaro "Si è sollevato un polverone incomprensibile"
Il professor Valerio "Nostro obiettivo sono il benessere e la serenità dei piccoli"
BIANCA DE FAZIO


Congelato. Sospeso. In attesa di chiarire il tutto con le insegnanti. Il progetto che vedeva insieme Comune e Dipartimento di Neuroscienze dell'università Federico II, un progetto di ricerca sullo sviluppo dell'identità di genere nei bambini dai 3 ai 6 anni, subisce uno stop. Dopo la polemica sollevata dalle maestre e dalla funzione pubblica della Cgil ("non possiamo improvvisarci psicologhe" affermano le prime, mentre per il sindacato "è incomprensibile la natura della ricerca che può solo generare un clima di confusione su temi così delicati"), il professore Paolo Valerio, docente di Psicologia clinica e responsabile del progetto, consultatosi anche con il segretario regionale della Cgil scuola, Franco Buccino, ha tirato il freno. I 7 mila piccoli delle scuole dell'infanzia comunali non finiranno nelle statistiche sull'identità di genere dei bambini. Le loro maestre non compileranno i questionari sulle loro attività al momento del gioco e sui loro comportamenti. "Niente questionari, ma, per ora, un momento di riflessione" spiega l'assessore comunale Rachele Furfaro, che si occupa della formazione degli insegnanti.
"Nostro intento era offrire nuovi stimoli formativi. Ma s'è sollevato un polverone. Una polemica incomprensibile, a mio avviso". Una polemica alla quale non sono estranee le rivendicazioni sindacali: la Fp della Cgil è mobilitata su tutti i fronti, per il rinnovo contrattuale, dalle funzioni agli stipendi, dal regolamento agli organi collegiali.
Di altro parere è Gennaro Martinelli, segretario provinciale della Fp Cgil: "Il progetto denominato "Draghetto Grisù" non è chiaro nelle sue finalità. Qual è l'obiettivo? A che serve il questionario? Le maestre hanno avuto paura di etichettare i bambini su un tema così delicato".
A leggere il progetto - giunto nelle scuole dell'infanzia del Comune - qualche risposta già si trova. E si scopre, ad esempio, che proprio dalle insegnanti era giunta la richiesta "di ricevere informazioni inerenti lo sviluppo dell'identità di genere". "Tale progetto - si legge ancora - è finalizzato a fornire loro un sostegno ed una riflessione in quest'area". Con attività ed interventi formativi, con seminari teorici e gruppi di discussione, con colloqui individuali "cui potranno aderire tutte le insegnanti e i genitori che ne faranno esplicita richiesta". Un coinvolgimento, quello di insegnanti e genitori, che forse doveva avvenire a monte, piuttosto che a valle. "L'errore - secondo Franco Buccino - è stato immaginare che il percorso iniziasse col questionario. Le insegnanti devono avere un ruolo da protagonista, non possono essere considerate mere esecutrici. Sono convinto della bontà del progetto, quello di avere maestre meglio formate anche su temi così delicati, ma il questionario non andava calato dall'alto. Evidentemente bisognava cominciare dalla formazione delle insegnanti e non dall'indagine sui bambini". Una obiezione che non convince la dottoressa Flavia Portanova, dirigente comunale e responsabile del Progetto 0-6: "Prima che nelle scuole giungessero i questionari, gli operatori della ricerca (tutti laureati in Psicologia, tutti almeno specializzandi) avevano incontrato le responsabili delle scuole stesse. E poi le insegnanti. La loro formazione doveva poi proseguire dopo l'esame dei questionari, con incontri da tenersi entro la fine dell'anno scolastico". E per il futuro si prevedeva un servizio di consulenza psicologica proprio su questi temi, offerto, dall'università, ad operatori della scuola e genitori.
E val la pena precisare che "Il draghetto Grisù" non sarebbe costato, al Comune, neppure un centesimo. Nessuno ci avrebbe guadagnato, trattandosi di un intervento gratis, un progetto a costo zero. "Nostro principale obiettivo - ribadisce il professore Paolo Valerio - è il benessere e la serenità del bambino".


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