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Repubblica-Napoli-Scuola, la riforma riduce le ore di lezione

Dal prossimo anno tagli all'insegnamento di Italiano, Storia e Inglese. E in più una carenza di strutture tutta locale Scuola, la riforma riduce le ore di lezione Asili ed elementari, a...

10/02/2004
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la Repubblica

Dal prossimo anno tagli all'insegnamento di Italiano, Storia e Inglese. E in più una carenza di strutture tutta locale
Scuola, la riforma riduce le ore di lezione
Asili ed elementari, a Napoli non ci sono posti per gli "anticipi"
Tra i corsi più colpiti c'è anche Educazione Tecnica: sarà sostituita da Tecnologia
E si ripropone il problema dei precari e del ridimensionamento dei contratti
BIANCA DE FAZIO


LA scuola che brancola nell'incertezza del futuro è quella che vede mobilitati genitori ed insegnanti contro una riforma, voluta dalla Moratti, che non convince. E se i protagonisti della protesta sono stati, sino ad ora, scolaretti, famiglie e personale delle scuole materne ed elementari, la sveglia è suonata anche nelle scuole medie e presso le istituzioni locali.
Nelle prime si fa il conto delle ore che ogni disciplina perderà, e ci si stupisce dinanzi ad una riforma che - per la prima volta nel mondo occidentale - riduce le lezioni di Italiano, Storia e Geografia (che perdono 2 ore a settimana), quelle di Inglese (1 ora in meno a settimana, anche se si aggiunge una seconda lingua comunitaria), di Educazione tecnica (che passa da 3 ore a 1 ora a settimana di sola Tecnologia). La Commissione consiliare scuola del Comune di Napoli ha riunito le assise delle scuole napoletane per discutere di quanto accadrà nei nostri istituti e sta organizzando una conferenza cittadina sulle riforme Moratti, sia quella che riguarda le scuole che quella che investe l'Università. Il tema è già fissato: L'impoverimento del sapere e l'indebolimento della scuola pubblica, resta da stabilire la data.
Anche l'assemblea interfacoltà convocata per giovedì dal coordinamento dei docenti e dei ricercatori universitari (alla vigilia dell'inaugurazione dell'anno accademico) si apre ai rappresentanti delle scuole, tutti sul piede di guerra. Si vagliano nuove iniziative di protesta, si preparano manifestazioni e sit in. Un appuntamento già c'è: quello, nazionale, del 28 febbraio di Cgil Cisl e Uil (mentre l'Università scenderà in piazza il 17 febbraio), e i Cobas chiamano allo sciopero per il 1? marzo.
Vero è che i problemi sollevati da chi si oppone alla riforma sono comuni a tutto il paese, ma qui a Napoli si amplificano. Gli anticipi, ad esempio. La possibilità di iscrivere al primo anno d'asilo ed in I elementare i piccoli di rispettivamente 2 anni e mezzo e 5 anni e mezzo. Novità appetite dalle famiglie, ma che si scontrano, a Napoli, con una situazione scolastica che lascerà gli anticipi sulla carta e ribadirà il discrimine tra i nostri piccoli e quelli nati in città più ricche. "Gli anticipi - spiega l'assessore comunale all'Educazione, Lello Porta - sono contemplati solo laddove possibili. E qui a Napoli possibili non lo sono: già senza anticipi abbiamo liste d'attesa, per le materne, di oltre 3 mila bambini (1.000 alle scuole statali e circa 2.000 alle comunali). Figurarsi se c'è posto per i più piccoli. Quasi nessuna scuola darà questa opportunità alle famiglie".
Torniamo alle medie, dove la perdita di ore di lezione se significherà, per gli alunni, occasioni culturali in meno e preparazioni di più basso livello, equivarrà, per i docenti, alla perdita di migliaia di posti di lavoro: il decreto Moratti prevede organici invariati per l'anno prossimo. Ma dopo? Colpiti, in particolare, gli insegnanti di Educazione tecnica, che sparisce a vantaggio di Tecnologia, disciplina che ricadrà forse nelle competenze dei prof di Matematica. E se è vero che gli organici degli insegnanti di ruolo non subiranno tagli, le spese le faranno i precari, col ridimensionamento dei contratti a tempo determinato.


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