FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3849999
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Repubblica/Napoli: Salviamo "Chance" laboratorio di idee per la società

Repubblica/Napoli: Salviamo "Chance" laboratorio di idee per la società

Resta la preoccupazione per il perdurevole stato di precarietà in cui Chance versa da tempo.

13/07/2008
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

SIMONETTA ADAMO

La paventata chiusura del Progetto Chance sembra essere stata scongiurata, stando alle dichiarazioni di autorevoli rappresentanti delle istituzioni preposte. Questo ci rallegra. Resta però la preoccupazione per il perdurevole stato di precarietà in cui Chance versa da tempo. Neanche la sua recente ridefinizione istituzionale, per cui da Progetto è divenuto Sezione distaccata sperimentale di un Istituto professionale, è riuscita a eliminare tale precarietà, che mina la possibilità di fornire a ragazzi di contesti familiari e ambientali difficili quella continuità, attendibilità e stabilità, di cui hanno primariamente bisogno per potere "rischiare" di riallacciare rapporti di fiducia con adulti e istituzioni. Questo è certamente l´aspetto cruciale della questione, ma non è l´unico.
Come docente universitaria, impegnata da dieci anni nel coordinamento della formazione psicologica dei docenti ed educatori che portano avanti il Progetto, la mia preoccupazione e, diciamolo pure, il mio allarme sono suscitati dall´idea che Napoli possa perdere uno dei più importanti laboratori di ricerca nel campo delle scienze pedagogiche, psicologiche e sociali della nostra città. Perché Chance è anche questo. Un laboratorio dove vengono sperimentate nuove idee, dove viene testata l´applicabilità e generalizzabilità di teorie consolidate. Un esempio, fra tanti: la psicoanalisi infantile ha dimostrato che una delle conseguenze di stati di deprivazione e di traumatizzazione precoci è quella di indurre il bambino e l´adolescente a sviluppare difese di chiusura e inaccessibilità
Queste lo mettono temporaneamente al riparo, salvaguardando la sua sopravvivenza psichica, ma ne compromettono lo sviluppo perché non gli consentono di usufruire delle occasioni di recupero e riparazione che la scuola, gli insegnanti, gli operatori sociali, altre figure adulte potrebbero offrirgli.
Questo concetto, che è definito della "doppia deprivazione", aiuta a comprendere contro quali scogli si infrangano molte volte le buone intenzioni degli operatori e degli insegnanti, generando, in un circolo vizioso, sconforto e demotivazione. Solo la comprensione della dinamica sottostante e la capacità degli adulti di reggere di fronte a tali pervicaci rifiuti può consentire al ragazzo di ristabilire relazioni di dipendenza e riaprirsi a una possibilità di cambiamento, spezzando la piaga della trasmissione intergenerazionale della deprivazione.
Questi concetti a Chance sono pane quotidiano, il pane di cui si nutrono gli educatori coinvolti nella relazione con i ragazzi e con le loro famiglie, e che hanno consentito loro di affrontare con strumenti nuovi, scientificamente affilati e affinati, problematiche che nuove purtroppo non sono.
La formazione permanente dei docenti, degli educatori, degli assistenti sociali, degli psicologi è un aspetto cruciale su cui si è giocata e si gioca la partita Chance. Sin dall´inizio infatti gli ideatori del Progetto ne hanno compreso l´importanza, stabilendo una fertile e continuativa collaborazione con enti di ricerca nazionali ed internazionali. Il Progetto Chance non è stato comunque solo terreno di studio per l´applicazione di teorie affermate, ma humus fertile per l´emergere di nuove concettualizzazioni, dove gli operatori hanno ricevuto stimolo e sostegno affinché sviluppassero le componenti di ricerca insite nelle loro professionalità, confrontandosi con la Comunità scientifica nazionale e internazionale, per ricevere monitoraggio e validazione del proprio operato.
Solo pochi giorni fa un autorevole collega inglese, il professor Michael Rustin, già preside della Facoltà di Sociologia dell´Università di Londra Est, che visita ogni anno, come supervisore esterno, il Progetto, raccontava di essere rimasto molto stupito, quando in occasione di un recente seminario, tenutosi a Napoli, una giovane docente gli aveva confessato di non aver saputo fino a poco tempo prima dell´esistenza del Progetto.
«Ma come», aveva ribattuto sorpreso l´eminente studioso, «da noi è così famoso!».
Un´altra testimonianza di questo riconoscimento internazionale, che non è circoscritto ai confini europei, è la recente notizia che si svolgerà a Napoli nel prossimo settembre un convegno, in cui delegazioni degli uffici studi dei ministeri dell´Istruzione dei principali paesi dell´America Latina verranno a incontrare gli operatori del Progetto Chance e di altri progetti, allo scopo di studiare le buone pratiche socio-educative sperimentate nella nostra regione.
Chance, quindi, come laboratorio, ma anche come testimonianza della cultura e della capacità progettuale e innovativa della nostra città in Italia e all´estero. Perciò il Progetto, o meglio, la scuola Chance, va salvata. E salvata vuol dire che non bisogna limitarsi a garantirne la sopravvivenza, ma che è necessario dotarla di misure finanziarie e normative flessibili che ne salvaguardino la specificità e ne garantiscano la stabilità. Solo così Chance potrà divenire, con più forza, riconoscimento e visibilità, promotrice di sviluppo per i giovani che le si affidano, per gli operatori che vi collaborano, per le istituzioni di riferimento, per quanti operano nel contesto educativo e sociale e, in definitiva, per tutti coloro ai quali sta a cuore il futuro delle nuove generazioni.

L´autrice è professore straordinario di Psicologia clinica nell´Università di Milano Bicocca


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL