Repubblica-Napoli-Quella signora davanti alle telecamere
L'INTERVENTO Quella signora davanti alle telecamere FRANCO BUCCINO Sarà perché sono impegnato da anni a tempo pieno nel sindacato, e nel sindacato dei lavoratori della conoscenza, cioè...
L'INTERVENTO
Quella signora davanti alle telecamere
FRANCO BUCCINO
Sarà perché sono impegnato da anni a tempo pieno nel sindacato, e nel sindacato dei lavoratori della conoscenza, cioè di quelli che mettendo avanti la loro qualifica di lavoratori meno si nascondono nei paludamenti dell'eterea categoria degli intellettuali. Sarà perciò che guardo con diffidenza la ciclica discesa in campo, nel campo della politica, di professori, filosofi, intellettuali, rappresentanti della società civile.
In genere a farlo non sono i migliori, i più noti e riconosciuti, perché questi sono sempre comunque politicamente impegnati e gli si riconosce un ruolo politico attraverso la loro stessa professione, attività accademica o di ricerca. Potrei testimoniare, se mai ce ne fosse bisogno, l'impegno e la coerenza politica di Aldo Masullo da quando lo ascoltavo a metà degli anni Sessanta alle lezioni di filosofia morale a oggi. Non scendono in campo, ovviamente, neanche quelli che hanno scelto la militanza partitica e sindacale, e in genere dei partiti e dei sindacati sono la coscienza critica.
A farlo sono quasi sempre persone mediocri, che si distinguono solo per il loro presenzialismo a tutte le iniziative, a tutte le manifestazioni, in tutte le delegazioni, che nei movimenti ci guazzano come pesci nell'acqua, pronti a prendersi una rappresentanza senza elezione. Pronti perfino a lucrare sulle disgrazie degli altri. Nella scuola, per esempio, bambine che sognano di sposare un camorrista, ragazzi violentati e violentatori, giovanissime vittime di spietati killer loro coetanei, e tanti altri delle tante scuole collocate in aree a rischio oppure i ragazzi handicappati, i diversamente abili come li chiamano, a cui da noi sono negati i diritti più elementari: tutte queste categorie spesso fanno la fortuna di cosiddetti intellettuali o impegnati nella società civile, permettono loro di farsi vedere, teorizzare, elaborare progetti con interessi anche economici. E questo succede non solo nella scuola, ma in tanti altri campi. Potrei portare un'infinità di esempi e prove di quel che dico: potrei ricordare la fila sterminata di personaggi che si presentarono alla Pascoli 2 dall'allora ministro Berlinguer quando fu schiaffeggiato un insegnante; potrei ricordare una signora e due suoi amici che a una iniziativa sulla pace a piazza del Gesù si misero letteralmente davanti a noi della Cgil Scuola che pure avevamo portato pedana, amplificatori e gente, nel momento in cui arrivarono telecamere e giornalisti; potrei parlare, tornando alla scuola, di progetti faraonici che prevedono più soldi per le presentazioni e per le pubblicazioni che non per i ragazzi ai quali sono destinati.
Non so cosa rappresentano della società civile queste persone, di sicuro non possono far politica perché manca loro, lo dico con un'espressione ecclesiale, la dimensione ministeriale, di servizio. E poi io sono convinto che per le competizioni elettorali ci sono i partiti, oggi le coalizioni di centrosinistra e di centrodestra. Non divaghiamo. Loro ci devono dire cosa hanno fatto e soprattutto cosa vogliono fare; non sarà l'elenco dei sostenitori o sottoscrittori a dare lustro al programma che non c'è. Alla costruzione del programma dei vari schieramenti possiamo o dobbiamo dare un contributo, a seconda dei nostri orientamenti, sindacati, esponenti di movimenti, associazioni e della società civile.
Noi della Flc Cgil, per esempio, abbiamo costruito un nostro programma che riguarda l'intero fronte della conoscenza, e prima che l'Unione trovi un equilibrio su punti qualificanti, modifiche e abrogazioni, vogliamo giocarci le nostre carte: ciò vale a livello nazionale per le elezioni politiche, ma anche per le amministrative, perché a Napoli e in Campania abbiamo rielaborato, adattato e contestualizzato il nostro programma. Pensiamo che il Mezzogiorno, e Napoli in particolare, non solo deve puntare sul sistema della conoscenza per superare antichi ritardi, per affrontare vecchie e nuove emergenze, ma deve affidare anche a istruzione e formazione l'incarico di disegnare una nuova comune identità per territori oggi molto diversi e in pratica isolati, l'incarico di tracciare le linee di un futuro e condiviso sviluppo.
Se dipendesse da me, io come tutti vorrei dare un contributo al centrosinistra e alla Iervolino, su tutto il programma, sulla sicurezza, sulla legalità, su questioni urbanistiche e viabilità, vorrei perfino entrare nel merito di come si coordina una squadra per evitare che gli assessori se ne vadano per fatti loro. Ma ho il senso della misura, "sutor, non ultra crepidam", e quindi come singolo e come organizzazione sono pronto a entrare nel merito di problematiche e possibili soluzioni che riguardano ricerca, università e scuola, al più le politiche giovanili. Che è quello che dovrebbe fare, secondo me, con la sua competenza ed esperienza Marco Rossi Doria, ed è probabilmente proprio quello che pensa di fare.