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Repubblica-Napoli-PROFESSIONE DOCENTE TRA TROPPE UMILIAZIONI

PROFESSIONE DOCENTE TRA TROPPE UMILIAZIONI OTTAVIO RAGONE È ufficiale, la scuola comincia ...

28/08/2002
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la Repubblica

PROFESSIONE DOCENTE TRA TROPPE UMILIAZIONI
OTTAVIO RAGONE


È ufficiale, la scuola comincia il 12 settembre. Un milione di studenti in Campania, le loro famiglie, gli insegnanti, sanno finalmente che tra quindici giorni cominceranno le lezioni. L'ipotesi di un rinvio, prospettata dall'assessore regionale all'Istruzione Adriana Buffardi, aveva alimentato dubbi e incertezza. Fugati ieri da Anna Maria Dominici. La dirigente dell'Ufficio scolastico regionale ha chiarito che la sentenza del Tar del Lazio non avrà riflessi sulle graduatorie dei docenti precari. La Buffardi, così, ha dato il via libera.
Si parte, dunque. Ma come? Gli studenti, soprattutto a Napoli, troveranno spesso istituti malandati, senza riscaldamento, privi perfino del materiale didattico. Sembra quasi una maledizione: ma la scuola non dovrebbe essere, prima di tutto, accogliente? La riforma dei cicli è ferma in parlamento. In Campania, in tutta Italia, centinaia di insegnanti vincitori di concorso, oppure saliti in cima alle graduatorie, ignorano se, e quando, otterranno l'immissione in ruolo. Il ministero, per risparmiare, continua a ricorrere ai supplenti. È davvero singolare questo paese. Chi ha dei diritti non sa quando se li vedrà riconosciuti. Deve aspettare, punto e basta. I precari, poi. Oltre tremila hanno ricevuto l'incarico a tempo determinato alla fine di luglio. Altri ottocento firmeranno entro agosto, se le operazioni di nomina procederanno senza ostacoli. Quattromila professori, nella sola provincia di Napoli, vivono una situazione umiliante. Salgono in cattedra a singhiozzo, come le riserve delle squadre di calcio. Alcuni sono invecchiati a furia di aspettare un posto che, forse, non arriverà mai. Ma i quattromila, almeno, lavorano. Che speranze hanno gli altri dispersi nelle graduatorie? Una nuova grana è scoppiata per gli insegnanti di sostegno, anche se, stavolta, la denuncia dei giornali è stata provvidenziale. Il ministero voleva tagliare oltre tremila supplenze "in deroga", richieste dai capi d'istituto per far fronte alle necessità degli alunni portatori di handicap. È cominciato il solito, logorante balletto di voci. I tremila riceveranno la nomina. Anzi no, resteranno a casa. Alla fine sembra che i "posti in deroga" saranno confermati, dai controlli è emerso che quegli insegnanti servono, eccome. Perché, allora, tenerli sulle spine? Per quale misteriosa condanna chi vive e lavora nella scuola, pur svolgendo il fondamentale mestiere dell'educatore, deve sentirsi quasi tollerato?
Quanto alla sperimentazione nelle materne ed elementari, ha ragione la Buffardi quando sostiene che il ministro Moratti ha avviato il progetto con troppa fretta. Tuttavia anche l'assessore deve riflettere. Invece di ipotizzare pubblicamente un rinvio delle lezioni per poi smentirlo, perché non ha ascoltato prima la sovrintendente Dominici? Intanto il 12 si comincia. Auguri a quanti, e sono la maggioranza, credono nella scuola e fanno ogni sforzo perché funzioni, nonostante tutto.


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