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Repubblica-Napoli-LE RISORSE SCOLASTICHE DA CHIEDERE AL GOVERNO

LE RISORSE SCOLASTICHE DA CHIEDERE AL GOVERNO FRANCO BUCCINO Quando abbiamo presidiato c...

29/06/2005
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la Repubblica

LE RISORSE SCOLASTICHE DA CHIEDERE AL GOVERNO
FRANCO BUCCINO


Quando abbiamo presidiato con il camper della Flc Cgil la Direzione scolastica regionale, autorevoli rappresentanti dei partiti politici e delle istituzioni sono venuti a trovarci e a condividere la nostra preoccupazione per il destino della scuola pubblica in Campania. Ci sembrava di aver dato il nostro contributo per orientare il governo regionale a una presa di posizione a favore della nostra scuola, a una denuncia senza mezzi termini sullo smantellamento del sistema dell'istruzione nella nostra regione, soprattutto a una richiesta pressante al governo centrale di mezzi e risorse umane per rimediare agli anni di tagli incontrollati che ormai mettono in ginocchio la maggioranza delle istituzioni scolastiche.
Le cose sono andate finora diversamente. Corrado Gabriele, successore della Buffardi a Istruzione, formazione e lavoro, è molto preso dalle questioni inerenti formazione e lavoro: avvio alla formazione di disoccupati con relativo sussidio; la polemica sul progetto di formazione degli industriali per venti giovani in tutto tra Scampia e Quartieri Spagnoli; le veline; le immancabili minacce delle frange dei disoccupati governate dalla malavita; il reddito di cittadinanza. La scuola è entrata, al momento, nelle dichiarazioni e nelle azioni dell'assessore solo per il recente finanziamento della legge sul diritto allo studio e per il calendario scolastico.
Bisognerà forse ricordare, parafrasando un linguaggio da "emergenza disoccupazione", che nelle liste, che da noi si chiamano graduatorie provinciali e d'istituto, ci sono oltre centomila persone, quasi tutte diplomate, più della metà laureate, che aspirano a lavorare nella scuola? Che, a seguito dei tagli, neppure il dieci per cento di esse avrà una supplenza annuale (annuale nella scuola spesso significa un lavoro da ottobre-novembre alla prima decade di giugno), qualche altro migliaio si arrangerà con supplenze brevi e saltuarie, alla maggioranza rimarrà soltanto l'aspirazione?
I problemi attuali della scuola campana sono, oltre il precariato, la mancanza di turn over e di investimenti, e le riforme sbagliate. La politica scolastica del governo è centrata su tagli, economie, razionalizzazioni, laddove ci vorrebbe il coraggio di investire anche nei momenti più critici e nelle zone più critiche. Si è detto tante volte, troppe volte, che il combinato tagli-riforma Moratti toglie il futuro ai ragazzi della nostra regione, ai più deboli di sicuro. I tagli colpiscono tutti: qualche scuola si orienta per il prossimo anno a lavorare su cinque giorni perché non ha l'organico adeguato; qualche circolo didattico ha meno bidelli dei plessi in cui è articolato; dire di classi sovraffollate in aule non a norma, non fa più notizia. Dopo i decreti che hanno ridotto il tempo scuola e creata una gerarchia tra discipline obbligatorie e facoltative, sta passando il decreto sulla secondaria superiore, quello che prevede la scelta precoce, a tredici anni, tra istruzione e formazione professionale: e nella nostra regione non c'è un sistema della formazione professionale.
È troppo presto per criticare, ma il fatto è che rimane poco tempo. In queste settimane si procede presso la direzione scolastica regionale ad "adeguare l'organico di diritto alla situazione di fatto", come si dice in gergo: si cerca, cioè, di mettere le scuole in condizioni di funzionare per il prossimo anno. È solo un vuoto rito: l'amministrazione scolastica e i sindacati sanno che ciò non è possibile. A meno che& A meno che la Regione, con le Province, con il Comune di Napoli e gli altri, non decida di metter su una piattaforma, un piano, un elenco minimo di risorse da pretendere dal governo. Potrebbe dimostrare che la Campania ha pagato un tributo troppo elevato a una politica di "risanamento", ha subito tagli doppi, è strozzata da alcuni effetti della riforma: dimostrare, in estrema sintesi, che la situazione scolastica dal prossimo anno diverrà insostenibile. E potrebbe, forse, fare meglio la sua parte per la scuola, insieme con gli altri soggetti istituzionali: una rete scolastica più efficiente e funzionale, edifici scolastici adeguati e a norma, un sistema integrato tra scuola e formazione, scuole protagoniste e non solo luoghi fisici nei quali altri fanno i progetti.
L'autore è segretario regionale della Flc Cgil


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