Repubblica/Napoli: La scuola che funziona e gli errori del governo
di Franco Buccino
La settimana scorsa ho assistito, in qualità di osservatore, alle prove nazionali svolte dai ragazzini della seconda e quinta elementare. Sono stato mandato nel circolo didattico di un comune vesuviano a ridosso della periferia orientale. Proprio nei giorni in cui le forze dell´ordine hanno inferto un duro colpo a un clan camorristico della zona. Vedendo in azione gruppi di alunni preparati, disinvolti, educati, mi è capitato di pensare a quanti duri colpi vengono inferti alla malavita, alla malasocietà, alla maleducazione da una scuola che funziona. Soprattutto nelle periferie e nei comuni che cingono Napoli, in zone spesso degradate, con strade, superstrade e assi viarii, che dividono più che unire, isolano più che congiungere, rendono anonimi i luoghi che attraversano più che salvarne ed esaltarne l´identità.
Nello svolgimento delle prove gli alunni si sono mostrati preparati, hanno risposto in genere con sicurezza anche a quesiti complicati, non sono caduti nei tranelli tesi - con qualche ingenuità, devo dire - da chi ha confezionato le prove, qualche volta con le loro risposte hanno messo perfino in discussione nostre certezze. Alla domanda "Perché uno dei protagonisti vuole fare il veterinario?", un alunno ha scelto la risposta: "Per stare con gli animali" e non quella esatta "Per curare gli animali", mettendoci in imbarazzo nella valutazione. Si classificheranno bene a livello nazionale, questi ragazzi. Più ancora della preparazione ha colpito la capacità di relazionarsi tra loro e con gli adulti, il modo di affrontare gli argomenti, la disinvoltura nel muoversi e nell´organizzarsi.
Gran parte del merito spetta alla scuola e alle loro insegnanti. Serie, colte, competenti, abituate al dialogo tra loro e con gli alunni. Si tocca con mano che cos´è il modulo nella scuola primaria: prima che un modello organizzativo è una scelta di condividere la professione, di mettere in comune proprie competenze, capacità e limiti. Davanti ai propri alunni. È proprio vero, quelle poche ore di compresenza segnano tutta l´attività didattica che si svolge nella classe, sono il nucleo fondante di tutte le attività svolte singolarmente. Lo capiscono tutti, eccetto il governo e il ministro Gelmini. La Gelmini ha colpito al cuore questa bella scuola primaria per risparmiare soldi. Incurante dei risultati, delle istanze pedagogiche e didattiche. Potrebbe almeno evitare di andar in giro a dire che l´anno prossimo funzionerà meglio.