Repubblica/Napoli: La rabbia dei precari delle elementari occupato ufficio del Provveditorato
Bottino: i posti non ci sono. I prof: torneremo ogni giorno
In cento senza incarico annuale hanno manifestato in via Ponte della Maddalena
BIANCA DE FAZIO
Quasi tutte donne. Tutte insegnanti di scuola elementare. Irrimediabilmente tradite dalla scuola: dopo anni di insegnamento da precarie, stavolta sono rimaste senza incarico annuale. E ieri mattina, incontratesi dinanzi agli uffici scolastici regionali, in via Ponte della Maddalena, hanno deciso di alzare la voce, di dare sfogo alla protesta. Ed hanno occupato per ore l´ufficio relazioni con il pubblico, chiedendo un incontro con il direttore scolastico regionale, Alberto Bottino. Che nella tarda mattinata li ha convocati, ma la delegazione se n´è andata incassando una sentenza che non ammette appelli: «Non c´è niente da fare - spiega Bottino - i posti non ci sono. E la situazione non migliorerà l´anno prossimo».
Il giorno dopo la diffusione dei dati ufficiali dei tagli nelle scuole di Napoli e provincia, che parlano di 5.000 docenti sacrificati sull´altare della razionalizzazione della spesa, alle proteste dei precari seguono i dubbi di Bottino su quelle stesse cifre: «Non capisco da dove siano usciti. Non è vero che i tagli ammontano a 5.000 posti. I tagli veri sono 3.213, rispetto allo scorso anno». Eppure due giorni fa il dirigente dell´ufficio provinciale, Luigi De Filippis, ha fornito ai sindacati tabelle inequivocabili. «Ma vanno lette diversamente» ribatte Bottino. Vallo a spiegare alle migliaia di docenti rimasti senza cattedra. «I sindacati - afferma Annamaria, disoccupata dopo 8 anni di supplenze annuali - hanno fatto appello alle istituzioni napoletane, ed ai parlamentari locali. Ma questi dormono. O meglio, sono scarsamente credibili, a livello nazionale. Come possono farsi interpreti del nostro problema se non riescono neppure a garantire l´ordinaria amministrazione della città?».
Erano circa 100, ieri mattina, i precari che hanno inscenato la protesta negli uffici di Ponte della Maddalena (una protesta sulla quale ha vigilato la polizia, per evitare che la disperazione sfociasse in qualche atto estremo). «E torneremo qui ogni giorno, sino a che non otterremo il riconoscimento dei nostri diritti» hanno detto a Bottino. Ma non è Bottino il responsabile della loro situazione. «Io ho scritto più volte al ministero, a Roma - racconta il direttore regionale - Ho raccontato i problemi legati all´organico e quelli dovuti, tra l´altro, all´edilizia scolastica. Una precarietà, nell´edilizia, che non permette, ad esempio, di dare spazio al tempo pieno, di affrontare almeno in parte i tagli prolungando il tempo scuola. Ho scritto, ma senza ottenere nulla. Non ci sono spiragli, inutile gettare fumo negli occhi». Gli unici posti che potranno essere concessi, alla scuola elementare, sono legati all´insegnamento dell´inglese, che è obbligatorio, ma non sempre - visti i tagli - nelle scuole ci sono gli insegnanti specializzati. E si tratta comunque di posti legati allo stanziamento deciso dalla Regione proprio per mettere una toppa alla situazione. Anche sui numeri dei posti che dovrebbero essere garantiti dallo stanziamento regionale non c´è certezza: quando l´assessore Gabriele li annunciò, si parlò di almeno 800 insegnanti "salvati", ora, afferma Fiorella Esposito, della segreteria provinciale della Cgil scuola, «quei posti sono meno di 400».