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Repubblica/Napoli: "Incentivi ai ricercatori più bravi"

Prosegue l´iniziativa di un gruppo di accademici della Federico II che trova firmatari anche negli altri atenei

21/03/2007
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la Repubblica

Appello di oltre 500 docenti per il rinnovamento dell´università

Sollecitata una Anagrafe nazionale della ricerca con gli elenchi degli addetti e i risultati ottenuti
Richieste valutazioni sull´attività dei prof Ipotizzati interventi sugli stipendi

BIANCA DE FAZIO

Parte da Napoli, da un gruppo di docenti della Federico II, un "appello per il rinnovamento dell´Università" che passi per un´Agenzia nazionale di valutazione. Un´Agenzia che è già legge, è già stata istituita, ma manca di un regolamento che ne definisca con precisione funzionamento e compiti. L´appello è promosso da un pugno di professori - appena 14, tra i quali il neocommendatore Roberto Di Lauro - ma nel giro di poche settimane è già stato sottoscritto da oltre 500 docenti di varie università del Paese. Gli appelli per il rinnovamento dell´università non sono nuovi alle cronache. Ma questo contiene elementi di novità difficilmente riscontrati altrove: chiede, ad esempio, che alla valutazione tengano dietro «incentivi e disincentivi significativi», che gravino persino sugli stipendi dei singoli docenti.
L´appello nasce all´indomani del dibattito legato ai tagli imposti dalla Finanziaria e ai criteri di assegnazione dei fondi alla ricerca. «A chi accusava il mondo accademico di non accettare alcuna valutazione (ad esempio Mario Pirani su "Repubblica") si trattava di dire con chiarezza - spiega il professore Maurizio Manno, docente di Medicina del Lavoro, tra i promotori del manifesto - che non tutti i docenti sono contrari alla valutazione, anzi. Ci preme che parta, ma che significhi, concretamente, qualcosa». Che significhi, ad esempio, risorse per chi mostra di meritarle. «Non ci può essere vera autonomia senza risorse, né risorse senza responsabilità, né responsabilità senza valutazione» si legge nel documento che sta facendo il giro degli atenei italiani. La richiesta è che venga valutata innanzitutto la ricerca, ma non solo: si parla anche di formazione e di funzionamento dell´università. E si sollecita la creazione di un´Anagrafe nazionale della ricerca, con tanto di elenchi dei ricercatori, di trasparenza nell´assegnazione e nell´utilizzo delle risorse, di chiarezza sui risultati ottenuti. Ma il punto più qualificante dell´appello (visibile su https://valutazione.universita.selfip.org) è quello che dice i docenti favorevoli "all´istituzione di misure successive alla valutazione che definiscano con chiarezza le conseguenze della valutazione stessa, mediante incentivi e disincentivi significativi, sia sull´assegnazione delle risorse alle strutture che sulla progressione stipendiale dei singoli e sul loro ruolo nei processi di gestione nell´università". Proposte suggestive ma difficilmente applicabili: la lobby degli accademici mai accetterà che gli stipendi aumentano o diminuiscano anche in base alla qualità della ricerca di ciascun docente. Ma intanto la proposta fa discutere, e raccoglie sostenitori.
«I firmatari sono convinti - aggiungono i promotori - che un serio processo di valutazione non si limiterà solo a premiare i più meritevoli (fatto di per sé quasi rivoluzionario), ma innescherà anche un meccanismo virtuoso di miglioramento complessivo del sistema, basato sulla competizione tra gli atenei, le strutture locali e i singoli docenti-ricercatori. Solo dalla valutazione può nascere un nuovo sistema di governance dell´università e della ricerca, che sia alla base di una rinnovata competitività in ambito internazionale».


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