Repubblica/Napoli: Il dietrofront del ministro Gelmini
Per timore di polemiche salta l´inaugurazione dell´anno scolastico prevista in Campania
Gabriele: "Così si volta le spalle a una regione che investe 300 milioni nell´istruzione"
Dietrofront. Causa polemiche e scivolate, salta il primo bagno di folla nel sud Italia del ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini.
Il ministro non inaugurerà più l´anno scolastico in Campania, lunedì 15, contrariamente al desiderio espresso dal ministro, progetto poi affidato ad uno staff di lavoro bilaterale, composto dai tecnici di viale Trastevere a Roma e dai collaboratori dell´assessore Corrado Gabriele in Regione. Ufficialmente, il ministro rinuncia per visitare la scuola di San Giuliano di Puglia, in Molise, che il 31 ottobre del 2002 fu devastata dallo spaventoso terremoto, ottavo grado scala Mercalli, che seppellì 27 bambini e una maestra, e provocò il ferimento di altre 35 persone. Tuttavia, nessuno può escludere che abbia pesato, nella decisione di dare forfait, l´escalation di polemiche innescate dal ministro Gelmini dopo le dichiarazioni sul gap di preparazione che separa gli istituti scolastici del nord da quelli del sud; parole che non avrebbero avuto una tale eco se non si fosse scoperto una contraddizione: la Gelmini, bresciana doc, ha sostenuto l´esame di avvocato a Reggio Calabria, nel Mezzogiorno dei "deboli maestri".
La sua defezione non piace alla Regione e all´assessore Gabriele. «Rispettiamo, ovvio, il significato della visita in onore dei bimbi morti in Molise: ma questo cambio di programma rende l´immagine di un ministro che volta le spalle all´unica regione che investe 300 milioni di euro nella scuola - osserva Gabriele - e a un esercito di 48 mila ragazzi vittime della dispersione. E lascia scivolare malessere e disagio di tantissimi docenti e personale scolastico che si sono visti fuori come rami secco». Prova a stemperare la delusione, invece il direttore scolastico regionale Alberto Bottino: «C´era questa idea, spiace che salti. Sarà per la prossima volta, restiamo a sua disposizione».
È dura e assai amara, invece, la posizione di Angela Cortese, assessore provinciale all´Istruzione e responsabile scuola del Pd. «Brutto segno che il ministro non si confronti sul serio con chi la scuola la fa, la coltiva e la fa crescere, nell´assoluta indifferenza dello Stato centrale. Ma in Italia, a differenza degli altri Paesi, il sapere viene trattato come un fardello, un capitolo di bilancio da far dimagrire. Abbiamo avuti in regione tagli pesantissimi, 4.000 posti in meno - sottolinea la Cortese - E non credo che si ridia credibilità e qualità all´istruzione pubblica italiana con gli "spot" del grembiule, del voto in condotta, del maestro unico. L´idea di un organico funzionale - aggiunge Cortese - non si realizza tagliando docenti e risorse economiche, dando veste di fondazioni private alle università, immaginando un´autonomia di reclutamento dei docenti dalle scuole fuori da graduatorie nazionali. La mia impressione è che si stia invece disegnando a spizzichi e bocconi una scuola classista, autoritaria, inefficiente».
(co.sa.)