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Repubblica-Napoli-Elementari, la rivolta delle maestre

Pagina IV - Napoli SPORTELLO SCUOLA Le ripercussioni in Campania della riforma che prevede la riduzione delle ore di lezione e l'introduzione delle attività facoltative Elemen...

31/10/2005
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la Repubblica

Pagina IV - Napoli
SPORTELLO SCUOLA
Le ripercussioni in Campania della riforma che prevede la riduzione delle ore di lezione e l'introduzione delle attività facoltative
Elementari, la rivolta delle maestre
Nuovo allarme nelle scuole: solo a Napoli rischiano in 3mila
Gli istituti sono già alle prese con l'elaborazione della pianta organica
Gli insegnanti in pensione non saranno rimpiazzati. Torna l'emergenza precari
BIANCA DE FAZIO


Da tremila a seimila insegnanti in meno nelle scuole elementari della regione. Un taglio annunciato con largo anticipo, sin dal 2004, con l'ok alla riforma del primo ciclo scolastico, ma che si farà sentire l'anno prossimo, quando in cattedra ci saranno moltissimi maestri in meno, per effetto di una riorganizzazione dell'orario che prevede una consistente riduzione delle ore di lezione. L'equazione è facile: meno tempo scuola, meno insegnanti. Un taglio che le prime stime valutano intorno al 10-20% del personale attualmente in servizio.
In Campania sono 30.300 gli insegnanti di scuola elementare, e su di loro è pronta ad abbattersi l'ennesima scure della Moratti (anche sulla base di accordi presi a suo tempo col ministero dell'Economia). I conti per verificare quante cattedre far saltare sono già in corso: nelle scuole il ministero ha avviato una rilevazione sulle classi e sugli orari settimanali di funzionamento. Si tratta di capire, insomma, in che misura è stata applicata la norma della riforma che riduce il tempo scuola: ogni settimana le ore di lezione obbligatorie passano da 30 a 27. Ore recuperabili con attività opzionali, sempre che siano state avviate dalle singole scuole e sempre che le famiglie degli scolari le scelgano. Sono ore facoltative, in assenza delle quali l'organico va tagliato. La norma era rimasta congelata, fino a quando la riforma non fosse andata a regime. Ma dal prossimo anno scolastico la scadenza diventa realtà. E nelle scuole elementari si dovrà fare i conti con un bel po' di maestre in meno. Un provvedimento che sta passando sotto silenzio. Per ora non c'è ancora allarme: la riforma è ormai cosa fatta e non ci si accorge che i suoi effetti non sono ancora tutti dispiegati. Ma i dirigenti scolastici che stanno compilando gli schemi predisposti dal ministero hanno capito che dal prossimo anno il Sistema informativo del ministero dell'istruzione elaborerà gli organici secondo le nuove norme. Una minaccia che vale non solo per le scuole che non hanno attivato le attività opzionali o che non hanno "convinto" gli alunni a frequentarle, ma anche per quelle che hanno un'organizzazione oraria non contemplata dagli schemi ministeriali che le scuole devono compilare per la rilevazione, eppure perfettamente legittima: è il caso - frequente in Campania - delle scuole che hanno due prolungamenti a settimana (per due giorni i bambini mangiano a scuola ed escono più tardi) o di quelle che concentrano le attività opzionali in alcuni periodi dell'anno invece di spalmarle da settembre a giugno.
Solo a Napoli, dove i maestri di scuola elementare sono quasi 15.500, ci saranno tra i 1.500 ed i 3 mila posti di lavoro in meno. Che a Napoli come nel resto della regione graveranno innanzitutto sui precari, ma non solo. Secondo i dati ministeriali relativi all'ultimo anno scolastico (appena ritoccati con le nuove assunzioni) in Campania sono 840 (ma per la metà si tratta di insegnanti di sostegno) i precari occupati nella scuola elementare. Non basterà, dunque, sacrificare le loro aspettative lavorative per rispettare il conto dei tagli. Si dovrà quanto meno bloccare anche il turnover: sempre secondo il ministero nell'ultimo anno sono andate in pensione poco più di 680 maestre. Se la cifra resterà la stessa anche per il prossimo anno scolastico, i docenti che andranno in pensione non potranno essere rimpiazzati. Ma neppure giocando su pensionamenti e precari si raggiungono le cifre cui punta il ministero. Tant'è, saranno centinaia anche i docenti già in ruolo che si ritroveranno con le mani in mano.


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