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Repubblica/Napoli: Cresce la dispersione scolastica in città alle superiori

Dato-choc in una ricerca: il 43% degli alunni ha smesso di frequentare. Bottino però corregge: è il 20% Studenti in fuga dalle classi

07/11/2006
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la Repubblica

Indagine realizzata dalla rivista specializzata "Tuttoscuola". Il picco negativo nei professionali
BIANCA DE FAZIO

L´emergenza Napoli passa per le scuole. Lo hanno spiegato, nei giorni scorsi, ministri e capo del governo. E le scuole, ad iniziare dal loro funzionamento anche pomeridiano, sono tra le chiavi di volta individuate nel "patto per Napoli sicura". Vedremo in cosa si concretizzerà l´impegno di governo e amministrazioni locali, mentre vengono resi noti i dati circa la dispersione scolastica proprio in città. Dove più di 43 studenti su cento, alle scuole superiori, si perdono per strada. Smettono di frequentare, abbandonano le aule. La rivista specializzata "Tuttoscuola" ha fatto un semplice calcolo: ha seguito l´andamento delle iscrizioni dei ragazzi che cinque anni fa iniziarono a frequentare gli istituti superiori, ed ha verificato che, all´ultimo anno, il numero è decimato. Nel 2001-2002 si erano iscritti al primo anno di corso 44.281 studenti. Ma oggi, nell´anno scolastico 2005-2006 ne risultano iscritti al quinto anno di corso solo 25.190.
Tutti gli altri - e parliamo di 19.091 ragazzi - hanno abbandonato la scuola, sono ufficialmente "dispersi". Numeri assoluti che danno una quota percentuale di ben il 43,11 per cento. Mentre nel resto del Paese, in questo stesso quinquennio, la dispersione è stata di molto minore, pari al 32,81 per cento. I giovani napoletani restano senza scuola assai più spesso dei loro coetanei di altre città ed altre regioni. «È un problema che stiamo cercando di affrontare già da tempo» afferma il direttore scolastico regionale, Alberto Bottino. Che contesta il dato, lo giudica eccessivo, e afferma: «A Napoli la dispersione alle superiori non supera il 20%». Ma non per questo Bottino nega l´emergenza, anche alla luce della situazione in cui versa l´intera città. «Una situazione drammatica. Ma la scuola può risolvere solo una parte del problema. Il resto spetta ad altri».
I dati di "Tuttoscuola" assegnano a Napoli la maglia nera della dispersione alle superiori: solo Palermo e Catania le contendono il primato, con il 42,98 per cento e il 41,98 per cento. E persino Bari, da dove pure parte spesso l´allarme ordine pubblico, si mantiene in linea con la media nazionale.
Gli studenti scappano, assai frequentemente, durante o dopo il primo anno, dinanzi ad un insuccesso scolastico. Bocciati, danno forfait. E la riforma dell´ex ministro Letizia Moratti, che ha abolito l´obbligo (di frequentare il primo anno di superiori) rimpiazzandolo con un non meglio definito diritto-dovere all´istruzione, non ha aiutato le scuole a scongiurare la dispersione. Contro la quale è mobilitato l´attuale ministro, che proprio ad un napoletano, a Marco Rossi-Doria, ha affidato il compito di mettere a punto i provvedimenti per l´allungamento dell´obbligo fino a 16 anni. «Una scelta, inserita in Finanziaria, che vuole proprio limitare la dispersione. E riavviare quella mobilità sociale che non esiste quasi più: oggi il figlio dell´operaio, o del disoccupato, non ha praticamente alcuna possibilità di migliorare la propria posizione». Nessun riscatto sociale, nessuna chance di futuro professionale migliore.
È negli istituti professionali che la media di abbandoni schizza in su: qui oltre il 58 per cento dei ragazzi non continua a studiare. E non se la passano molto meglio gli studenti degli istituti tecnici: solo la metà tra loro arriva al quinto anno di studi superiori.


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