Repubblica-Napoli-conosce Giolitti o Crispi? Torniamo al sano nozionismo..."
conosce Giolitti o Crispi? Torniamo al sano nozionismo..." ELEONORA BERTOLOTTO L'esame che non c'è finisce in burletta. Lo dicono le cronache di qualche giorno fa, che raccontano come Cicero...
conosce Giolitti o Crispi? Torniamo al sano nozionismo..."
ELEONORA BERTOLOTTO
L'esame che non c'è finisce in burletta. Lo dicono le cronache di qualche giorno fa, che raccontano come Cicerone sia stato consegnato al web una decina di ore prima dell'esame. Cellulari e Internet cancellano quel che resta della maturità? Proviamo a parlarne con Giampaolo Rugarli, scrittore e polemista. "Mi sembra coerente dice . La lezione che si ricava dalla tv, e forse dalla scuola, è che meglio del sapere è l'arte di arrangiarsi. Così i ragazzi imparano. E che potrebbero fare?"
Potrebbero rifarsi alle regole.
"Quali? Ai miei tempi, la scuola pretendeva di trasmettere valori, magari anche sbagliati. Insegnava dulce et decorum pro patria mori, forse esagerando, ma in nome di questa idea molti ci hanno lasciato la pelle. Oggi, a ripeterlo, ci si farebbe ridere in faccia".
Caduta dei valori.
"Ma che caduta. Crollo. Ci è rimasto solo Padre Pio, anche se credo che sieda corrucciato in cielo".
Neanche rappacificato dalla santità?
"Ma no: Padre Pio era un uomo alieno dal chiasso. E quando era in vita le gerarchie non fecero che maltrattarlo".
Lo celebrano ora.
"Segno dei tempi. Quanto più ci si allontana da una dimensione religiosa fortemente spirituale, tanto più ci si avvicina alla superstizione. Con tutto il rispetto, anche questo è un ritorno a paganesimo".
Anche questo.
"Perché lei come definirebbe il gesto di Trapattoni che cosparge il campo di calcio d'acqua benedetta? E va a farlo dall'altra parte del mondo. L'avesse fatto a Frascati...".
Torniamo alla scuola.
"E torniamoci. Bisognerebbe azzerare tutto, smetterla di farneticare sulla formazione. Mi viene da ridere all'idea che i ragazzi siano chiamati a scrivere un articolo. Per farlo ci vuole grande capacità di sintesi e padronanza del linguaggio. Un ragazzo che li avesse sarebbe un mostro. La verità è che si cerca di mettere nella scuola cose che non ci debbono e non ci possono stare".
Azzerare. E dopo?
"Dopo sono convinto che sia opportuno tornare al nozionismo. Per giudicare Giolitti e Crispi bisogna conoscerli, e collocarli in un contesto. Oggi si chiede a un giovane di puntare il dito contro Crispi per la battaglia di Adua senza avergli insegnato chi fosse. Senza avergli spiegato, per esempio, che la gente moriva di fame, ma lui era soddisfatto di avere la terza flotta, dopo l'Inghilterra e la Francia e prima degli Stati Uniti. Bisogna tornare a un sano nozionismo, e lo si deve fare nella scuola pubblica, una scuola pubblica di tutti".
Anche se l'esame che non c'è vira verso la scuola privata.
"Temo che ci sia del vero. Che pensare quando si sente dire che l'abolizione delle commissioni esterne risponde a criteri di economicità? Le trasferte dei professori non hanno mai sbancato lo Stato, la scuola non è materia su cui si possa risparmiare. L'esame era il primo vero cimento del ragazzo con la vita".
Oggi il cimento è con le code del Grande Fratello.
"Non a caso la prima riforma della scuola dovrebbe nascere dalla tv, la grande maestra, se ci sono ragazzi che ne fanno scorpacciate ogni giorno. Ma bisogna pure che qualcuno prima o poi gli spieghi che la vita non è un circo equestre".
Sì, ma a quando la creatività?
"La creatività non si insegna a scuola. Ricordo che recentemente mi è capitato fra le mani un quadernetto di mio fratello in terza elementare. C'era un componimento. Diceva: "Oggi ci ha fatto visita il signor direttore. Ha interrogato Giuglietti e Caturano. Giuglietti la seppe e Caturano no. Allora il signor direttore diede un calcio a Caturano e lodò Giuglietti". Il componimento era tutto qua e io credo che non si potesse chiedere di più a un ragazzo di otto anni. Mio fratello oggi è preside di medicina, uno studioso. Ma la creatività è un dono di natura, mica è obbligatoria".