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Repubblica-Moratti: gli studenti non hanno capito

Moratti: gli studenti non hanno capito Il ministro difende la legge. Polemica tra i poli sugli scontri di piazza Il premier boccia i giovani contestatori: "Padre, perdona loro...

27/10/2005
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la Repubblica

Moratti: gli studenti non hanno capito
Il ministro difende la legge. Polemica tra i poli sugli scontri di piazza
Il premier boccia i giovani contestatori: "Padre, perdona loro"
Casini: bene la libertà di manifestare, ma dico no a violenze e provocazioni
Fassino: comportamenti esemplari, An non doveva farsi coinvolgere
Il ministro: riforma strumentalizzata, ho toccato dei privilegi e una parte della dirigenza non ci sta
Domani il ministro dell'Interno Pisanu riferirà a Montecitorio sugli incidenti avvenuti davanti alla Camera
MARIO REGGIO


ROMA - Il giorno dopo la manifestazione contro la Moratti continua ad infuriare la polemica politica sulle provocazioni di alcuni parlamentari di An, le manganellate dei poliziotti e i tentativi degli studenti di arrivare a tutti i costi sotto Montecitorio. "Sì alla libertà di manifestare, no alla violenza" è il commento del presidente della Camera Pier Ferdinando Casini che dice: "Se c'è una manifestazione non mi ci vado a ficcare in mezzo per il gusto di provocare. Le forze politiche devono assumersi la responsabilità di condanne, su questi fatti equidistanza o ambiguità non ci possono essere". Su richiesta dei capigruppo domani il ministro dell'Interno Pisanu riferirà a Montecitorio. Sugli scontri e le manganellate in piazza il premier Berlusconi se l'è cavata con un "Dio perdona loro perché non sanno quello che fanno". Ma non ha perso l'occasione per definire il ddl sullo stato giuridico dei docenti universitari "una fantastica riforma", ed ha aggiunto: "Spero che Letizia Moratti faccia il sindaco di Milano". Il ministro si è detta dispiaciuta "perché gli studenti non hanno capito che la riforma creerà vantaggi proprio a loro, mentre una parte del corpo accademico soffia sul fuoco perché il disegno di legge colpisce una serie di privilegi della lobby universitaria". Ma domani non presenzierà all'inaugurazione dell'anno accademico alla Bocconi di Milano. Gli universitari della Statale e Bicocca l'aspettavano.
Ma è la polemica politica a tenere banco. Il segretario dei Ds, Piero Fassino, parla di "una grande manifestazione, dove gli episodi di violenza sono stati marginali. Invito i parlamentari di An ad evitare di farsi coinvolgere in episodi che potevano essere evitati". Replica Maurizio Gasparri di An: "La sinistra ha come obiettivo governare con la violenza". Il leghista Calderoli commenta: "Considerare marginali le violenze significa creare i presupposti per il terrorismo".
Il ministro Moratti, dopo la standing ovation che le ha riservato l'altra sera a Montecitorio la maggioranza, ha deciso che era necessario chiarire alcuni punti ambigui della legge. "Ho sempre auspicato il dialogo con gli studenti, probabilmente non siamo riusciti a comunicare i contenuti della riforma e i giovani sono stati strumentalizzati, ma i provvedimenti li abbiamo pensati per farli studiare meglio". Poi il ministro è scivolato sulla classica buccia di banana. Alla domanda "la riforma è a costo zero?". Ha risposto: "Nei prossimi otto anni lasceranno per raggiunti limiti di età o per uscite volontarie 20 mila docenti. Quindi ci saranno a disposizione 2 miliardi e 650 milioni di euro per incentivare programmi a favore dei giovani". Quindi non verranno assunti nuovi docenti? "Chi l'ha detto? - replica il ministro - per migliaia di ricercatori oggi precari si aprirà la strada della docenza".
Difficile capire la logica di queste affermazioni. Comunque il ddl approvato dal Parlamento non avrà vita facile. La rete nazionale dei ricercatori ha annunciato che negli atenei la riforma non passerà. Gli studenti promettono che le proteste e le occupazioni non si fermeranno. La Conferenza dei rettori risponde per le rime: "Prendo atto che il provvedimento è stato approvato lasciando irrisolte questioni fondamentali per il rilancio concreto del sistema universitario - afferma il presidente Piero Tosi - per questo motivo la Crui, con tutte le componenti dell'università, realizzerà quanto prima quelle assise nazionali che determinino la più ampia partecipazione e condivisione". In pratica: il ministro ha scelto la sua strada, adesso, rettori, docenti e studenti prepareranno la riforma "vera" del sistema.


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