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Repubblica: Moratti boccia gli irregolari a scuola

"Costretta ad ammetterli dal ministro". La replica: "No, è la legge"

21/04/2008
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la Repubblica

Il Pd milanese: "È stato un giudice a far cambiare la circolare di Palazzo Marino contro i bimbi senza permesso"
Il sindaco torna sulla linea dura e attacca Veltroni sulla sicurezza: "Prima mi ha criticata, poi ha cambiato idea"

TERESA MONESTIROLI

Ha cambiato la circolare di iscrizione alle materne solo perché «obbligata dal ministro Fioroni», ma è «sbagliato». «Così si penalizza chi rispetta le regole»: gli italiani e gli stranieri regolari che «hanno diritto ad avere un servizio pubblico». Letizia Moratti, intervistata da Lucia Annunziata alla trasmissione In mezz´ora, torna sulla scottante questione dell´inserimento dei figli di immigrati irregolari nelle graduatorie delle scuole dell´infanzia. Riaccendendo una polemica che per mesi l´ha vista in contrasto con il governo prima - il ministro a gennaio diffidò il Comune definendo il regolamento di iscrizione «lesivo della dignità della persona» - , e con un giudice del tribunale civile dopo. Sollecitata a rispondere alle parole del cardinale Dionigi Tettamanzi su il «localismo che intrappola», il sindaco dice: «Il localismo è sbagliato. Milano è una città aperta che ha sempre accolto tutti. Questo non vuol dire che non garantisca il rispetto delle regole. Accettare a scuola i figli degli irregolari è come invitare tutti i clandestini a venire in città perché qui non si rispettano le regole. L´abbiamo fatto solo perché siamo stati obbligati da un ministro».
In trenta minuti di intervista il sindaco ha parlato soprattutto di sicurezza: «Berlusconi - che incontrerò mercoledì - mi ha già assicurato che sarà tra le priorità del nuovo governo». Si è detta «angosciata» di fronte agli ultimi episodi di violenza sessuale, ha accusato il governo Prodi di non aver mantenuto l´impegno preso con i sindaci nel 2006, ha attaccato Veltroni che «dopo aver detto che agitavo il tema dell´emergenza come tema politico» ha dichiarato: «Siamo seduti su una polveriera». Ma al leader del Pd - oggi a Milano per incontrare i vertici del partito - ha dato anche qualche consiglio: abbandonare «il partito dei no, perché non paga», sposare «una politica al servizio dei cittadini» e «sorridere di più» perché «non è possibile che sia sempre tutto brutto, in declino». Ha definito la Lega un «partito radicato sul territorio, che va oltre gli schemi della destra e della sinistra» e che ha saputo rappresentare «le istanze più semplici e più sentite dalla gente» e, sul futuro presidente della Regione, ha dichiarato: «Rappresento le istituzioni, quindi collaboro con tutti. La mia è una posizione non partisan, termine che preferisco a bipartisan».
Ma sono le parole dure sulla normativa che regola le iscrizioni alla scuola dell´infanzia a infiammare di nuovo il dibattito. Per Susanna Mantovani, preside della facoltà di Scienza della formazione all´università Bicocca, «prendere i bambini clandestini non basta. Ci vuole una politica articolata che aiuti i genitori irregolari, che sostenga le madri, che affronti il problema seriamente. Non serve a niente accogliere i bambini se poi le altre famiglie li fanno sentire dei diversi». L´opposizione attacca: «Il Comune è stato invitato da un giudice, quindi dalla legge italiana, a cambiare la circolare. Non da un ministro, è molto diverso» spiega Andrea Fanzago, consigliere del Pd. E Patrizia Quartieri, Rifondazione, aggiunge: «Parlare di penalizzazione per i regolari è una scusa. Stiamo parlando di pochissimi bambini». Sposa la linea del sindaco Forza Italia, con il capogruppo Giulio Gallera che dice: «Adesso che toccherà a noi governare dovremo chiarire una volta per tutte se è prevalente, come noi riteniamo, la legge sull´immigrazione per cui i clandestini non possono accedere alle graduatorie, uscendo così dall´ipocrisia. Ora le scuole prendono tutti facendo finta di non sapere che sono figli di clandestini».


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