Repubblica/Milano: Uno studente su due sbaglia scuola
Ma la maggioranza si accorge dell´errore solo alla maturità
La rivelazione da un´indagine su 6.786 alunni delle superiori: se tornasse indietro la metà sceglierebbe un indirizzo diverso
Per molti presidi la colpa è dei genitori che non seguono i consigli dei docenti alle medie
TERESA MONESTIROLI
Uno studente su due, dopo aver concluso l´esame di maturità, se potesse tornare indietro cambierebbe indirizzo di studi. Perché insoddisfatto dell´esperienza appena conclusa, perché consapevole solo ora delle sue potenzialità, perché cosciente delle prospettive formative e professionali di altri percorsi. Al di là delle motivazioni, però, il 45% dei neodiplomati ammette di aver sbagliato a scegliere la scuola superiore. E se a questi si aggiungono tutti i giovani che l´indirizzo di studi lo hanno cambiato realmente, di solito dopo i primi fallimenti scolastici, si ottiene un dato preoccupante: più della metà degli studenti di terza media si imbarca in un´avventura non alla sua portata o non in sintonia con i propri interessi.
La fotografia dei giovani diplomati arriva da Almalaurea che per la sua ultima ricerca "Quale futuro per i diplomati?" (che sarà presentata domani) ha intervistato 6.786 studenti che a luglio hanno concluso la scuola superiore. Di questi 2.140 sono lombardi e provengono da 16 scuole differenti: 188 da licei classici o scientifici, 1.506 da istituti tecnici, 370 da professionali e 76 da indirizzi artistico o psicopedagogico. Nell´indagine trova conferma la relazione tra il contesto familiare dei ragazzi e la scelta dell´indirizzo di studi (il 24% dei ragazzi con un genitore laureato ha concluso le medie con "ottimo"), ma il dato nuovo è che il 45% dei diplomati dichiara che se potesse tornare indietro farebbe una scelta differente: il 10% cambierebbe solo la scuola, l´11% il corso all´interno dello stesso istituto, il 24% entrambe le cose. Giovani arrivati fino alla fine, ma che con il senno di poi pensano di aver intrapreso la strada sbagliata. Come mai? Per molti presidi l´errore il più delle volte è delle famiglie che non seguono le indicazioni della scuola media, altri danno la colpa alla riforma Moratti che spingeva tutti verso il liceo. «Spesso la scelta non è dei ragazzi ma dei genitori - dice Michele D´Elia, preside dello scientifico Vittorio Veneto - , che optano per un liceo perché è un diploma che credono essere socialmente più accettato e professionalmente più spendibile». Per Bruna Sinnone, dirigente all´istituto tecnico Besta, «in terza media i ragazzi non sono in grado di capire veramente a cosa stanno andando incontro. Non sanno tarare le difficoltà. Per risolvere il problema dell´orientamento ci vorrebbe il biennio unico, che sposta la scelta di due anni». Mentre per Anna Maria Gatta, preside del tecnico Galvani, il punto è un altro: «Il dato di Almalaurea dimostra il grado di incertezza degli adolescenti. Non credo che la metà di loro abbiano sbagliato percorso, ma non avendo un´idea chiara di quello che vogliono fare attribuiscono la loro incertezza alla scuola frequentata».