Repubblica/Milano: Tettamanzi: no al proliferare di scuole etniche e religiose
E Penati apre a quelle di ispirazione cattolica
Tettamanzi: no al proliferare di scuole etniche e religiose |
E Penati apre a quelle di ispirazione cattolica |
Chiesto il sostegno invece alle 2.100 private "che svolgono un servizio pubblico" |
Il cardinale: "Va evitata la frantumazione del corpo sociale" Ma non cita l´istituto arabo |
Formigoni propone maggiori aiuti alle famiglie |
ZITA DAZZI |
Non cita esplicitamente la scuola araba, ma il riferimento è chiaro. Al cardinale Dionigi Tettamanzi non piace l´idea che le comunità straniere mettano in piedi scuole riservate ai bambini figli di immigrati. «È necessario evitare la frantumazione del corpo sociale attraverso la proliferazione di scuole private legate o addirittura espresse da identità etniche o religiose differenti», ha detto ieri mattina concludendo il suo intervento all´Università del Sacro Cuore durante un convegno sulla scuola cattolica, "Libertà di educare per crescere tutti", promosso dalla Pastorale scolastica della Diocesi.
Parlando nell´aula magna di Largo Gemelli, Tettamanzi, come il governatore Roberto Formigoni, ha chiesto che lo Stato sostenga economicamente le famiglie che scelgono l´istruzione cattolica. Delle 2.100 scuole cattoliche lombarde, 903 sono in provincia di Milano e il 70 per cento opera nel settore della prima infanzia, con bambini da 3 a 6 anni. Le materne statali, infatti, hanno spesso lunghe liste d´attesa, o addirittura, nei centri più piccoli, non esistono.
Un dato che l´arcivescovo ha chiesto il «riconoscimento della funzione pubblica delle scuole cattoliche». E ha aggiunto: «Svolgono un servizio pubblico rilevante e riconoscibile, rivolto alle famiglie, a quelle giovani in particolare, che hanno bisogno di politiche sociali che le promuovano».
Ma ribadendo la linea nazionale della Cei, Tettamanzi ha deciso di portare l´attenzione anche sulla questione milanese della scuola araba, sulla quale finora aveva evitato di parlare, probabilmente per evitare di accendere nuove polemiche. A bocce ferme, visto che la scuola egiziana di via Ventura funziona senza problemi, l´arcivescovo è stato chiaro: «Le nuove generazioni hanno bisogno di sperimentare laboratori di relazioni positive e solidali con giovani portatori di identità diverse per un futuro di pacifica convivenza». Come a suo tempo aveva detto anche il ministro Fioroni, per costruire la società multietnica non servono i ghetti e le scuole separate. Di più. Tettamanzi riconosce «i diritti degli individui e delle identità particolari» ma aggiunge «la casa comune di tutti non può essere divisa fra mondi non comunicanti e non collaboranti». Un discorso che il cardinale lega alla richiesta di sostegno alle scuole cattoliche: «L´attuale emergenza educativa passa attraverso la strada specifica della scuola. La scuola pubblica, luogo di incontro delle diverse identità, va riqualificata e non indebolita. Ma la società deve valorizzare anche il ruolo dell´educazione libera di ispirazione cristiana». Formigoni è stato esplicito nelle richieste: «Pretendiamo che lo Stato italiano, dopo anni di mortificazione della famiglia, faccia la sua parte. Le famiglie che mandano i figli alla scuola privata pagano le tasse inutilmente, devono essere rimborsate. La regione Lombardia ha stanziato 50 milioni di euro all´anno per i buoni scuola destinati alle famiglie meno abbienti». Invitato dal rettore della Cattolica Lorenzo Ornaghi, persino il diessino Filippo Penati, presidente della Provincia, ha speso la sua parola in favore della scuola privata: «È necessario costruire un sistema educativo che sia plurale e aperto al confronto». |