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Repubblica/Milano: Scuole in pool per aiutare gli stranieri

Il provveditore Zenga: così governiamo il problema immigrazione

24/01/2007
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la Repubblica

Riunione aperta all´istituto Thouar Gonzaga. "Non sposteremo nessuno senza aver prima parlato con le famiglie"

La preside "Divide-remo con equilibrio gli alunni"

TERESA MONESTIROLI

«Valuteremo caso per caso, quando avremo i dati definitivi delle iscrizioni». Angelina De Guglielmo, preside dell´istituto comprensivo Thouar Gonzaga, specifica: «Non sposteremo nessuno senza aver prima parlato con le famiglie. Organizzeremo degli incontri e cercheremo di capire ogni singola situazione». Davanti a una platea di genitori e insegnanti arrivati al Feltrinelli per assistere all´incontro «La scuola è diventata multiculturale: caratteristiche, problemi, proposte organizzative» la dirigente scolastica spiega la novità dell´anno venturo: gli alunni di cittadinanza non italiana verranno distribuiti il più possibile equamente fra le tre elementari del comprensivo in modo da riequilibrare la formazione delle classi. Ora, infatti, nella scuola di via Brunacci la quota di stranieri ha superato il 41 per cento mentre nelle sedi di via Gentilino e via Vigevano è inchiodata sotto il 20. «Lo facciamo anche per gli immigrati, in modo da garantire una maggior integrazione». Decisione che viene applaudita dal provveditore Antonio Zenga, fra i relatori dell´incontro. «La decisione della scuola è un buon esempio di come si può governare il fenomeno dell´immigrazione». Ma Zenga si è spinto oltre. «Ma non è un problema che riguarda solo questo istituto. Per questo abbiamo costituto un coordinamento con le sedici scuole più a rischio».
La decisione all´istituto in zona Naviglio è stata presa dal consiglio di istituto in novembre. «Abbiamo colto tra i genitori della zona alcuni segnali di preoccupazione per la presenza numerosa di alunni di altra cultura in una delle tre scuole dell´istituto - continua De Guglielmo - Cercheremo di rendere più omogenea la situazione con massima cautela». E collaborazione con le famiglie. D´altronde la scuola, negli ultimi sedici anni, si è distinta per le numerose iniziative a favore dell´integrazione e dell´intercultura. Una strada battuta con tenacia e passione dalle insegnanti fin dal 1991 quando a scuola i bambini non italiani erano 34. Una strada costellata di successi e sperimentazioni. Come il primo "protocollo di accoglienza" per gli alunni, le prove di ingresso sulle capacità logico-matematiche, il primo opuscolo di presentazione dell´offerta formativa in sette lingue, il pronto soccorso linguistico, l´insegnamento dell´italiano per le mamme, i test di ingresso nella lingua madre per conoscere il livello di apprendimento, la biblioteca con testi in più lingue.
Eppure, dopo tanto lavoro, ora la scuola si trova ad affrontare un problema più grande: lo scetticismo delle famiglie italiane che non vogliono «la scuola degli stranieri». Per paura? Perché credono che la didattica rallenti? Per semplice comodità? «Una delle preoccupazioni sono i continui tagli dello Stato che hanno diminuito i "facilitatori" - spiega la mamma Emanuela Duina - una carta forte con cui la scuola si presenta alle famiglie».


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