Repubblica-Milano-Scuola, sfida al Tar sulle nomine dei prof
precari abilitati rischiano di perdere 18 punti, il provveditore non si ferma Scuola, sfida al Tar sulle nomine dei prof Zenga: dica Roma se è tutto da rifare "Il pericolo è quello di metter...
precari abilitati rischiano di perdere 18 punti, il provveditore non si ferma
Scuola, sfida al Tar sulle nomine dei prof
Zenga: dica Roma se è tutto da rifare
"Il pericolo è quello di mettere gli uni contro gli altri i docenti che non hanno posto fisso"
TERESA MONESTIROLI
Le nomine dei professori non si bloccano. Almeno per ora. Nonostante la sentenza del Tar del Lazio che venerdì scorso ha dichiarato "illegali" le graduatorie permanenti dei docenti - in ballo ci sono i 18 punti assegnati ai precari abilitati che il Ministero potrebbe decidere di cancellare - in via Ripamonti ieri mattina sono iniziate le convocazioni per le supplenze annuali nelle scuole. E, nonostante le proteste, le operazioni non sono state interrotte. Entro il 31 luglio, infatti, bisogna sistemare più di 5000 posti e il tempo stringe. "Il Ministero non ci ha ancora detto niente - spiega il provveditore Antonio Zenga - e per il momento noi procediamo. Oggi (ieri, ndr.) non dovrebbero esserci problemi perché i posti disponibili sono superiori agli aspiranti, per cui, se le graduatorie dovessero cambiare, al massimo si potrà verificare uno svantaggio sulla scelta della sede. Per i prossimi giorni vedremo. È chiaro che, se a Roma dovesse decidere che le graduatorie vanno aggiornate, non sarà facile concludere tutto entro fine mese".
Sono le dieci del mattino quando il provveditore riceve nel suo ufficio al sesto piano i sindacati e i rappresentanti delle scuole di specializzazione per l'insegnamento per discutere della questione. Nell'atrio del seminterrato ci sono mille docenti in attesa di ricevere il contratto a termine. Precari specializzati e precari abilitati. Tutti nella stessa barca, dal momento che anche quest'anno il ministero ha deciso che non ci saranno assunzioni, ma solo supplenze annuali. "La sentenza è esecutiva - spiega Giuliana Segali del Coordinamento nazionale delle scuole di specializzazione - vogliamo che le nomine vengano bloccate e le graduatorie corrette. Il Tar ci ha dato ragione e quei 18 punti vanno levati". Pochi passi più in là, Anna, precaria dal '91, la pensa diversamente: "Se sono ancora qui è perché lo Stato non ha fatto concorsi per dieci anni. Se mi avessero detto di fare la scuola l'avrei fatta anch'io, ma ora non è giusto che i nuovi specializzati ci passino davanti. Se continua così finirà che arrivo prima alla pensione che al ruolo". Anche Eleonora Comito si lamenta. Soprattutto della disorganizzazione: "Non è possibile arrivare al giorno delle nomine senza sapere se quei 18 punti ce li toglieranno o no. Io vengo da Cosenza. Mi sono fatta 15 ore di viaggio e neanche sono sicura di ricevere una cattedra". A seconda della campana, dunque, la musica cambia. E la guerra fra precari, che si consuma da anni, continua. "Il problema è molto delicato - spiega Alfia Nicotra, segretario provinciale della Cgil-scuola - perché il rischio è di mettere i precari gli uni contro gli altri. Fermare ora le nomine provocherebbe la reazione di tutti quelli a cui quei benedetti 18 punti verranno tolti".
Per il momento, dunque, c'è solo da aspettare. Con pazienza, al caldo, senza una sedia dove sedere. E con le orecchie tese per cercare, nella confusione delle nomine, di non perdere il proprio nome, unica occasione per avere dodici mesi di lavoro garantito. E pagato. Almeno per quest'anno. "Ho 42 anni e, per la prima volta, avrò uno stipendio anche nei mesi estivi", racconta secca Maria Carla, una delle prime ieri alle 11 a uscire da via Ripamonti con una supplenza annuale stretta sotto il braccio.