repubblica-Milano-Noi, genitori di quattro figli cresciuti grazie al tempo pieno"
Serena e Roberto Attanasio, entrambi medici, sfidano il ministro Moratti: la sua riforma smantellerà un servizio indispensabile "Noi, genitori di quattro figli cresciuti grazie al tempo pieno"...
Serena e Roberto Attanasio, entrambi medici, sfidano il ministro Moratti: la sua riforma smantellerà un servizio indispensabile
"Noi, genitori di quattro figli cresciuti grazie al tempo pieno"
Questa scelta creerà isole per ricchi da una parte e parcheggi per chi non può pagare progetti extra
Dopo pranzo si concentreranno le attività meno importanti. Ci sarà una corsa verso il privato
Orari flessibili lei, turni in ospedale lui: "Facciamo i salti mortali per seguire i bambini e ci ha sempre aiutato la scuola pubblica"
"Se vincerà l'impostazione nuova, cambierà la distribuzione delle lezioni, si perderanno i ritmi più lenti dell'apprendimento"
TERESA MONESTIROLI
Serena e Roberto Attanasio sono entrambi medici e hanno quattro figli. Il primo, Andrea, ha 12 anni e fa la seconda media. L'ultimo, Simone, solo nove mesi è va alla materna. In mezzo ci sono Laura e Giorgio, 9 e 7 anni, entrambi iscritti alla scuola elementare.
Dottor Attanasio, i suo figli fanno il tempo pieno?
"Certo".
Come mai l'avete scelto?
"Oltre che per un'evidente questione organizzativa, perché crediamo che in una città frenetica come Milano sia importante che almeno a scuola i bambini possano avere tempi più dilatati".
Cosa intende?
"Stare a scuola anche al pomeriggio permette di avere più tempo da dedicare sia alle materie tradizionali sia a progetti non prettamente scolastici. I bambini di Milano sembrano dei manager con l'agenda alla mano: saltano da un appuntamento all'altro senza tregua, dalla scuola agli allenamenti sportivi, all'inglese, alla lezione di musica, alle feste".
Non per colpa della scuola.
"No, sono i genitori che non sanno come fargli passare il tempo, così finiscono per riempire la loro giornata di impegni. Per questo, almeno a scuola, è importante che i ritmi siano più lenti, che ci sia più spazio per l'apprendimento e per la costruzione dei rapporti umani con le maestre e gli altri bambini. La mensa, ad esempio, è un momento importante per la socializzazione".
Come fanno due medici a gestite quattro figli?
"Facciamo i salti mortali, appoggiandoci il più possibile alla scuola. Cerchiamo di coordinare i nostri turni in modo che ci sia sempre qualcuno con i bambini. Mia moglie ha orari molto flessibili e io turni in ospedale programmabili con largo anticipo. In questo modo ci siamo sempre alternati. Ora che Simone è ancora così piccolo io ho preso alcuni mesi di aspettativa di paternità così sono spesso a casa".
Avete una baby sitter?
"No, non l'abbiamo mai avuta. Abbiamo sempre preferito mandare i bambini al nido".
Avete avuto la fortuna di trovare posto?
"In realtà no. Simone, il nostro quarto figlio, è il primo che ha un punteggio abbastanza alto per entrare. Gli altri sono andati in nidi privati"?
Sembra che dall'anno prossimo il tempo pieno venga sostituito dal "tempo scuola": 27 ore obbligatorie per tutti 3 facoltative e 10 dedicate alla mensa. Lei cosa ne pensa?
"E' una tragedia. Il tempo pieno a quaranta ore la settimana è molto diverso da un tempo pieno di 27 ore obbligatorie più 13 facoltative. Cambierà completamente la distribuzione delle lezioni privilegiando le ore del mattino rispetto a quelle del pomeriggio, la figura del maestro tutor alla collaborazione fra insegnanti. Dopo pranzo si concentreranno tutte le attività di minor importanza. In questo modo i genitori che vogliono un tempo pieno decente saranno costretti a scegliere le scuole private. Ma non è il solo pericolo".
Quale altro pericolo vede?
"Un altro rischio è che la competizione fra le scuole elementari diventi così alta che si creeranno scuole per ricchi, che possono pagare progetti extra, e scuole per poveri costrette e limitarsi all'offerta formativa di base. Questo ucciderebbe la scuola pubblica".
Anche il provveditore di Milano, Antonio Zenga, ha ricordato che le ore facoltative saranno completamente gratuite per le famiglie?
"L'anno venturo. Ma per il futuro non c'è nessuna garanzia".
Le proteste per il momento sono state solo all'interno delle singole scuole. A Milano, dove l'85 per cento delle famiglie sceglie il tempo pieno, non c'è ancora stata una manifestazione cittadina. La prima sarà lunedì prossimo davanti a Palazzo Marino. Come mai?
"Ancora oggi ci sono molte famiglie che non sanno che cosa sta succedendo nel mondo della scuola. D'altronde non stupisce in un paese dove i mezzi di comunicazione sono tutti in mano ad un'unica persona. Nelle scuole da qualche mese si sono costituiti molti comitati che prima di tutto hanno dovuto diffondere informazioni. Una riforma come questa cambia la società e dovrebbe coinvolgere tutti non solo i genitori delle elementari. Invece è stata fatta alla chetichella senza interpellare chi nella scuola ci lavora tutti i giorni".
Cosa non sanno i genitori di questa riforma?
"Che il tempo pieno che ci sta offrendo la Moratti rischia di diventare un parcheggio per i nostri figli. Che l'orario destinato alla didattica verrà diminuito, che senza le compresenza sarà più difficile seguire i bambini stranieri".
Se non ci fosse il tempo pieno come fareste a gestire le giornate dei vostri figli?
"Non saprei da che parte cominciare. Quando io ero piccolo andavo a scuola dalle 8.40 alle 12.40, ma mia mamma faceva la casalinga".
Sua moglie sarebbe disposta a rimanere a casa?
"Non credo proprio. Forse sarei io a rinunciare al lavoro".