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Repubblica-Milano-La strana occupazione dei grandi "Così parliamo la lingua dei ragazzi"

IL RACCONTO La lunga giornata all'istituto Albe Steiner con grigliate, musica e assemblee La strana occupazione dei grandi "Così parliamo la lingua dei ragazzi" A mezzano...

15/04/2005
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la Repubblica

IL RACCONTO
La lunga giornata all'istituto Albe Steiner con grigliate, musica e assemblee
La strana occupazione dei grandi "Così parliamo la lingua dei ragazzi"
A mezzanotte la proiezione del film Fame chimica con il regista Boccola, ex studente della scuola in zona Corvetto
Luigi Fagioli "È una occasione unica per stringere il rapporto, capirsi"
TERESA MONESTIROLI


Papà Volpi, presidente del consiglio di istituto dell'Itsos Albe Steiner, con la sua folta chioma bianca portata con disinvoltura, sta in piedi davanti al cancello di via San Dionigi 36. E fa la guardia. Ha preso mezza giornata di ferie dal lavoro per partecipare all'occupazione dell'istituto tecnico dove studia suo figlio "perché questa riforma farà danni mostruosi e manderà all'aria il bellissimo lavoro sperimentale che è stato fatto all'Itsos negli ultimi anni". Circondato da un capannello di over cinquanta come lui, controlla con sguardo attento che i balordi del quartiere non si avvicinino troppo alla scuola. Alle 15.30 del pomeriggio infatti qualcuno ha pensato bene di incendiare una striscione - quello fatto da Alessandra e Chiara - con su scritto semplicemente "Toc Toc, occupato". Si sapeva già che forse ci sarebbero stati dei problemi - la tensione in zona Corvetto fra i ragazzi del quartiere e gli studenti è stata altissima in passato - ma nessuno si aspettava un attacco così, gratuito.
Marco Volpi, però, sorride: "Tutto tranquillo, per ora non si è fatto vedere nessuno". Ma la prudenza non è mai troppa. Il servizio d'ordine, composto da una dozzina di professori, di sentinella per tutta la sera. Si teme l'irruzione a scuola dei cosiddetti "corvettari" che stando alle parole degli studenti, è "gente poco raccomandabile". Così, mentre i manifestanti addentano una salamella alla griglia - i professori occupanti non si fanno mancare proprio niente - il docente di turno sta davanti all'ingresso per regolare l'entrata dei ragazzi. Poi, da mezzanotte alle otto della mattina dopo, le porte vengono chiuse. E la scuola sarà un fortino inespugnabile. "Chi è dentro è dentro. Chi è fuori è fuori" sintetizza determinato l'insegnante di fotografia Giancarlo Aprea, che con l'omonima sottosegretario al ministero dell'Istruzione non ha nessuna parentela ("Ho controllato l'albero genealogico" confessa). Aprea, nominato responsabile della sicurezza, continua: "Ho già chiamato i carabinieri della zona per avvisarli dell'incidente del pomeriggio. Siamo d'accordo che faranno delle ronde durante la notte, ma per precauzione noi chiudiamo tutte le porte".
Timori a parte, l'atmosfera dentro la scuola è decisamente conviviale. Fin dalle prime ore della mattina professori e studenti hanno lavorato insieme per costruire e inventare questa strana giornata di protesta. Fatta di incontri, assemblee, proiezioni video e musica. Si è parlato di immigrazione, del problema della casa a Milano, di sessualità con i ragazzi dell'ArciGay, della condizione delle donne in Africa con un'artista del Burkina Faso, della Costituzione italiana.
"È un'occasione fantastica per stringere il rapporto fra insegnanti e studenti" spiega Luigi Fagioli, professore di psicologia della comunicazione, uno di quelli che ha deciso di restare a scuola anche a dormire. Giacca di pelle e jeans verdi, ex sessantottino convinto con anni di proteste alle spalle, così racconta la sua prima volta da professore. "Non è solo una battaglia contro la riforma ma anche una possibilità che ci viene offerta di trovare con i giovani un linguaggio comune". E, per un giorno, sembra che all'Albe Steiner l'abbiamo trovato davvero. Serenamente. I ragazzi hanno accettato di non fare troppo casino, di non approfittare della scuola aperta per trasgredire le regole, "rispettando un luogo comune che a tutti noi interessa salvaguardare". I professori hanno portato il sacco a pelo e, per una notte, hanno dormito per terra, sul pavimento della biblioteca al piano terra. Una giornata in cui tutti hanno deciso di uscire dal loro ruolo istituzionale, per combattere una battaglia comune. "Insieme si è più forti" raccontano gli studenti. "Lottiamo per tutti per la stessa causa: salvare la scuola da una riforma che non piace a nessuno".
E dopo le discussioni, arriva la festa. Alle sette di sera un gruppo di volontari con in tasca la cassa comune raccolta nei giorni scorsi grazie al contributo volontario di tutti, escono a fare la spesa. Le insegnanti hanno preparato delle torte pasqualine e l'insalata di riso. Il prof Marco ha promesso di organizzare una grigliata in giardino. Gli altri allestiscono il tavolo in cortile, sotto i faretti da cinema in dotazione della scuola - l'istituto è specializzato in comunicazione multimediale -. Una mangiata in compagnia, dove è stato rigorosamente vietato il vino e ogni tipo di alcolico. Per una sera anche gli ultra cinquantenni si sono accontentati delle bibite gassate. La notte è lunga e le attività devono proseguire. Con il dj set degli studenti e la proiezione, intorno a mezzanotte, del film "Fame chimica" con in sala anche il regista Antonio Boccola, ex studente della scuola. E chi resiste prosegue ancora. In laboratorio, a montare con i professori i video girati durante la giornata, fino all'alba. Cortometraggi che verranno mostrati oggi a tutti quelli che ieri non c'erano. Perché oggi la scuola riparte, con il suo ritmo di tutti i giorni. E anche quelli che invece c'erano, oggi dovranno affrontare le solite sei ore di lezione. Con le borse sotto gli occhi, ma la soddisfazione nel cuore.


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